Approfondimenti
Dell’Ignoranza
In questi giorni di buio che l’umanità sta attraversando, Ucraina, Striscia di Gaza,Venezuela solo per rammentarne alcuni, in aiuto per comprendere ciò che sta accadendo è venuto Socrate e il processo che dovette affrontare, riportato nel saggio di Platone “Apologia di Socrate”.
Nel 399 a.C. ad Atene si celebrò il processo politico più famoso di tutti i tempi: il filosofo venne accusato di empietà, ossia comportamento che prescinde deliberatamente da quanto è ritenuto sacro o morale, di corruzione dei giovani, di non riconoscere gli dèi della città e per questo condannato a morte.
L’Apologia tramanda il discorso con cui lo speculatore orgogliosamente rivendicò, nel processo, l’ideale di giustizia che lo aveva sempre guidato. Un ideale di cui diede prova anche nelle sue ultime ore, rifiutando la fuga che l’amico Critone gli offriva, perché avrebbe significato sconfessare una intera vita tesa alla ricerca del bene e della virtù.
Socrate affermò: “Vada come sta a cuore al Dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve”. Infatti nel procedimento, incalzando, sostenne che anche se avesse corrotto i giovani, non lo avrebbe mai fatto “involontariamente, poiché il vivere tra uomini malvagi procura sempre dei danni, e nessuno cerca mai volutamente la propria rovina”.
Per comprendere appieno questa parte della difesa, è necessario ricordare che, mentre la legge ateniese puniva chi volontariamente corrompesse i giovani, il farlo non intenzionalmente non costituiva reato.
Sul “crimine” d’empietà per disconoscimento degli dèi della città, il filosofo sostiene: “Sapendo per qual mai motivo dice che io non avevo gli stessi dèi che ha la città, per questo di Mileto dapprima mi meravigliai. Dal momento che sia gli altri sia lo stesso Mileto, se voleva, vedevano me che sacrificavo (me stesso) nelle feste pubbliche e davanti agli altari pubblici. Come potrei introdurre nuove divinità dicendo che mi sembra che la voce del Dio si mostrò parlandomi? E infatti sia quelli tra gli uomini che si servivano dei versi degli uccelli, sia degli aurispici, senza dubbio ne danno prova con le voci. Chi contesterà che i tuoni non abbiano voce o che non siano un grandissimo presagio? La sacerdotessa a Delfi non annuncerà forse anche lei sul tripode le cose da parte del Dio con la voce? Mai certamente da parte del Dio sia prevedere il futuro e il rivelarlo a chi vuole, sia ciò, come lo dico io, allo stesso modo lo pensano e lo dicono tutti”.
La condanna a morte di Socrate ha suscitato e suscita tuttora dibattiti che egli stesso avrebbe difficilmente giustificato.
Infatti egli si flesse con mitezza al volere del tribunale, nonostante altri discepoli più volte lo incitarono alla fuga; ciò poiché ritiene che la legge sia giusta, e che ad essa deve tutto quello che è, quindi, anche se gli uomini la hanno applicata male, è sbagliato infrangerla. Si tratta di una prova profondissima dell’integrità morale di Socrate, valida anche al giorno d’oggi; nonostante non si ritengano più le leggi dello Stato sempre giuste, egli ritenne corretta la legge ateniese e quindi la rispetta, indipendentemente dal contesto in cui si trova.
È pertanto possibile affermare che Socrate rifiuti totalmente il compromesso, inteso in senso negativo quale degenerazione e corruzione dei propri principi morali. Sembra assurdo che la democratica Atene abbia condannato Socrate alla cicuta per aver pensato indipendentemente.
Paradigma dello scontro fra l’autorità morale e il potere politico, la morte di Socrate è un avvenimento sul quale non può smettere di interrogarsi chi ha a cuore il destino della democrazia.
A pieno titolo nell’aeropago siedono Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu e Nicolás Maduro. Gli Ucraini, i palestinesi e grande parte dei venezuelani si stanno difendendo, agognando un esito diverso, a protezione di quella libertà professata dal filosofo che inizia con la conoscenza di sé, della propria natura e dei propri limiti e così facendo l’individuo può agire virtuosamente e liberarsi dall’ignoranza, che nella fattispecie è l’autoritarismo altrui.
Vittorio Alfieri
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