Recensioni
Stevie Smith
“Non facevo ciao, annegavo”: “Nessuno lo sentiva, il morto, / ma lui continuava a lamentarsi: / ero molto più al largo di quanto pensaste / e non facevo ciao, annegavo. // Poveretto, gli è sempre piaciuto scherzare / e adesso è morto / doveva essere troppo freddo, ebbe un infarto, / dissero. // Oh, no no no, troppo freddo lo è stato sempre / (continuava a lamentarsi il morto) / tutta la vita son stato troppo al largo / e non facevo ciao, annegavo.”
Stevie Smith è lo pseudonimo della poetessa inglese Florence Margaret Smith. Nata a Kingston upon Hull, nello Yorkshire, il 20 settembre 1902 e morta a Ashburton, nel Devon, il 7 marzo 1971, Stevie, che ha abitato a lungo con la zia, è stata una poetessa e scrittrice inglese. Mai legata a particolari scuole o movimenti, ha descritto l’insofferenza nei confronti del suo tempo. Lontana da scuole e movimenti, espresse l’insofferenza verso la realtà del suo tempo e l’anelito alla trascendenza in versi caustici, enigmatici, guizzanti, affidati a un dettato nitido e al tempo stesso ricco di cupe risonanze. La sua notorietà raggiunge l’apice, E’ negli anni cinquanta che : racconti, poesie e composizioni musicali si diffondono in libreria e alla radio, in pubbliche letture e trasmissioni culturali. Eccentrica e singolare, self-reliant, scornful, la sua vita ispirerà un’opera teatrale e poi un film, “Stevie”, interpretato da Glenda Jackson, che qui alleghiamo.
Gilberto Sacerdoti la traduce in italiano per Donzelli nel 1996, “Il cinico bebé e altre poesie”. 59 scelte tratte da The Collected poems of Stevie Smith a cura di James Mac-Gibbon (London, 1985), poesie ironiche e imprevedibili brevi, raramente superano la pagina le poesie fresche spontanee di Stevie, gli aforismi ritornelli, le filastrocche, le frecciate d’umor nero di cui non ci si dimentica: Philip Larkin in un saggio del 1962 metterà in evidenza la loro grande originalità e quanto molte di queste sappiano commuovere. Equivoci di lettura incisivi, falsamente semplici e talvolta cattivi, a base ritmica l’intelligenza canzonatoria e una melodia concreta anzi cantata.
Seamus Heaney in un saggio del 1976, A Memorable Voice, insisterà su queste cose ribaltandole, incantato e spiazzato ne parlerà come di una tragica non riuscita.
Di quello che ha scritto e disegnato citiamo Tender only to one (1938), Mother, what is a man (1942), Not waving but drowning (1957), The best beast (1969) e Collected poems (postuma, 1975). Poi vivaci disegni comici (Some are more human than others, 1958), e i tre romanzi Novel on yellow paper (1936), Over the frontier (1938) e The holiday (1949). Prima della pubblicazione de “Il cinico bebè e altre poesie” era stato tradotto solamente il primo di questi (“Romanzo su velina”, La Tartaruga, 1981). *
* various sources
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