Dialogo con confutazione

a cura di Vittorio Alfieri

Dialogo con confutazione. Conosciuto come “metodo socratico” è un procedimento dialettico d’indagine filosofica basato sul dialogo, descritto per la prima volta da Platone nei Dialoghi, avente come protagonista ‘principe’ il filosofo greco Socrate e l’arte confutatoria. Il suo genere è definito anche maieutico, propriamente maestria ostetrica, ostetricia derivato di mamma, levatrice, intesa a far “nascere” la verità della controparte.

Il filosofo sosteneva di esercitare lo stesso ‘lavoro’ della mamma, ma lui non generava corpi, bensì idee.

È possibile creare una metafora: il pensiero è l’organo riproduttivo dei concetti, declinati al maschile e al femminile, i due gameti il sapere. La dottrina genera l’amore per lo scibile. Il padre della filosofia morale ne discusse nel simposio di Platone, il cui tema centrale è l’Eros filosofico, che tanta fortuna avrà nella speculazione e nella letteratura occidentale successiva.

Nel suo specifico significato filosofico, eros è stato primariamente inteso come la forza vitale che muove il pensiero e la filosofia stessa, fungendo da tramite fra la dimensione terrena e sovrasensibile.

Nel banchetto oltre a Socrate parteciparono, Fedro, Pausania, Erissimaco, Agatone Aristofane e con una breve incursione Alcibiade, ex allievo del filosofo.

Per Socrate l’amore è una relazione, un rapporto, e in quanto tale prevede la partecipazione di un amante -X- e un amato -Y-. L’amore è soprattutto nell’amato che non è bello, perché all’amante manca qualcosa -l’amato-. Perciò per Socrate l’amore è la ricerca continua nell’altro di ciò che non si ha. Inizialmente l’amante ama il corpo, l’anima e le idee dell’amato, quindi l’amore è l’ascesa intellettuale della bellezza di un corpo -anche definita ‘Scala di Eros’- secondo Platone esplicitata in questi termini: Amore del corpo -bello-; Amore dell’anima -bella-; Amore del sapere -bello-;Amore dell’idea di bellezza -del bello in sé-.

L’amore platonico è una relazione amorosa asessuata, la corporeità è specchio della bellezza interiore.

L’allievo di Socrate illustra la bellezza esteriore come un richiamo, uno specchio della bellezza perfetta ed eterna della verità. E questa verità consiste in tutto ciò che è divino e che a sua volta consta in tutto ciò che è buono, sapiente e giusto. È indiscutibile che generalmente l’anima umana agogna alla verità, la sua ricerca può avvenire anche grazie al metodo del Dialogo con confutazione.

Vittorio Alfieri