Approfondimenti
Ipazia
a cura di Vittorio Alfieri
A distanza di qualche giorno dal 25 novembre, si ricorda di Ipazia d’Alessandria la prima donna libera e si azzarda :icona del tempo dell’emancipazione femminile.
Si hanno poche notizie della sua vita, così come non ci sono pervenuti nessuno dei suoi scritti se non di pochissime opere matematiche. Si perché l’egiziana nata nel IV secolo d.C. oltre ad essere una filosofa, fu matematica, astronoma e cifra esistenziale non indifferente, pagana. La speculazione di cui fu la rappresentante è la neoplatonica.
“Aveva ricevuto in eredità l’insegnamento della scuola platonica derivante da Plotino ed esponeva a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche […]. Da ogni parte accorrevano a sentirla quelli che volevano darsi alla filosofia”- Silvia Ronchey-, il papà era Teone anche lui filosofo, matematico e astronomo, uomo lontanissimo da comportamenti patriarcali.
Il concetto fondante del pensiero del seguace di Platone è quello di Uno, dal quale discende la molteplicità, il mondo sensibile e il mondo intellegibile. L’Uno non è né essere né pensiero, perché è più dell’essere e più del pensiero. È considerato potenza illimitata. Il contributo aiuta in relazione all’assenza di trascrizione delle idee di Ipazia.
Ben presto divenne nota tra gli intellettuali dell’epoca, che non era limitata solo alla sua urbe, bensì comprendeva una realtà molto più estesa a livello territoriale, tanto che giungevano studiosi da ogni zona dell’area greco-romana per ascoltare le sue lezioni.
Insegnava nelle piazze e nei luoghi privati e fu una decisione molto significativa, poiché a quel tempo l’imperatore aveva proibito il culto pagano.
La speculatrice con grande coraggio e spirito di ribellione, cercò attraverso la diffusione della cultura pagana di preservarla,
patrimonio duramente minacciato dal fanatismo cristiano.
La sua anima poliedrica era invisa ai cristiani, infatti fu uccisa da una folla di cristiani esaltati.
Socrate considera Cirillo, patriarca d’Alessandria, il mandante morale dell’assassinio.
È ritenuta dalla storiografia prima martire della libertà di pensiero.
“Quando ti vedo mi prostro davanti a te e alle tue parole, vedendo la casa astrale della Vergine, infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto Ipazia sacra, bellezza delle parole, astro incontaminato della sapiente cultura” -Pallada-.
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