Approfondimenti
Les mouches di Jean Paul Sartre
a cura di Vittorio Alfieri
Les mouches di Jean Paul Sartre, filosofo, critico letterario e drammaturgo francese, è un’opera,una rivisitazione delle Coefore di Eschilo in relazione alla filosofia esistenzialista, di cui il parigino fu tra i più importanti esponenti insieme a Nietzsche, Camus e Dostoevskij. Quest’ultimo la esprime nel capolavoro ‘I fratelli Karamazov’, anche se del russo si ama ‘l’eterno marito’, probabilmente perché si è stato sposato e divorziato due volte, si perdoni l’ironia.
Anche se per i ‘puristi’ l’esistenzialismo non è una scuola filosofica, è certamente un sistema di pensiero che reputa la fragilità dell’esistenza sempre esposta al fallimento e allo scacco, e la ritiene un problema filosofico che esige una riflessione. In primo piano c’è l’individuo rispetto alla precarietà della vita; la banalità dell’esistenza; l’angoscia, disperazione, possibilità, speranza, naufragio e appunto lo scacco -parola chiave di Kierkegaard-.
Il pentimento è lo scacco finale della vita etica, lo scacco per cui essa passi nella vita religiosa. Lo stadio religioso è quello della fede, in cui l’ uomo si apre totalmente a Dio, riuscendo a vincere disperazione e angoscia che costituiscono l’uomo.
Questa vita è simboleggiata da Abramo che nella fede è pronto a sacrificare il suo unico figlio Isacco, ma Dio appurata la fede del primo patriarca,risparmia la prole nel racconto biblico,ma questa è un’altra storia.
Nel lavoro teatrale gli insetti sono la trasposizione delle Erinni, personificazioni femminili della vendetta nella mitologia greca e simbolo del tormento a cui è condannata Elettra, rea di aver fomentato il fratello Oreste nell’omicidio della madre Clitennestra che aveva ucciso il marito Agamennone. Per il filosofo è il dramma della libertà di Oreste: libero di compiere la vendetta, perché “L’Uomo è condannato a essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa” , in ossequio al libero arbitrio – Agostino d’Ippona, docet -, ovvero la capacità di scegliere e di decidere il proprio agire. La libertà di essere chi vogliamo senza determinismo o destino prestabilito. L’idea per cui la vita dipende interamente dalle nostre azioni. Il concetto appena citato, rammenta il tema dello scacco fatale ed è presente anche nell’opera del filosofo francese, ma da ateo. L’uomo, egli dice, “è condannato a essere libero”, nel senso che egli progetta continuamente la propria vita. Ma ogni progetto dell’uomo muove da un desiderio di essere totale e assoluto: ossia dal desiderio di essere Dio. E poiché è impossibile che l’uomo sia Dio, egli va incontro allo scacco di tutti i propri progetti. E coloro che esercitaranno piani di vendetta patiranno Les mouches.
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