L’importanza della filosofia

a cura di Vittorio Alfieri

L’importanza della filosofia: potrebbe bastare il pensiero di Aristotele nel Il Protreptico o Esortazione alla filosofia, nel quale affermò:”Si deve filosofare o non si deve: ma per decidere di non filosofare è pur sempre necessario filosofare: dunque in ogni caso filosofare è necessario”, indiscutibile, anche se i puristi della speculazione obietteranno che per essa tutto è confutabile, l’aggettivo rammenta qualcuno, tutto è in discussione, assolutamente sì, ma per per esecitarla occorre, appunto, filosofare.

Il viaggio nell’universo filosico riguarderà un maestro di ogni millennio dell’amore per la sapienza.

Socrate muta il focus dal cosmo all’essere umano, indaga su se stesso e gli altri, infatti amava un massima dell’oracolo di Delfi: “conosci te stesso”. Creò la maieutica definita il metodo socratico, consistente riportò Platone , nel comportarsi come una levatrice, aiutando gli altri a “partorire” la verità: adottò l’esercizio del dialogo, ossia in domande e risposte per spingere l’interlocutore a ricercare dentro la sua psiche la verità, per renderla indipendente.

Agostino da Ippona, poi santo e dottore della chiesa cattolica, dopo avere abbracciato il manicheismo, iniziò a studiare Plotino fondatore dalla scuola neoplatonica. Sant’Agostino ritiene che la filosofia sia un percorso interiore che ogni uomo deve compiere e arriva a credere nell’esistenza di Dio attraverso una riflessione gnoseologica. Non tutto l’esistente è riconducibile ai sensi, ma è comunque motivo di ricerca per il nostro sapere, perché esiste un intelletto superiore,che trascende dall’esperienza sensibile, ordinato da principi universali, si ricevono doni per fede: la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la fortezza, la scienza, la pietà e il timore dello Spirito Santo. Ci sono fatti che conosciamo dei quali ci sfugge l’origine, è quindi per un’illuminazione divina che possiamo pensare. Da questa constatazione inizia per Agostino un percorso interiore, un vero e proprio colloquio con l’anima alla ricerca delle verità. Se quindi ciò che ci permette di pensare è Dio si può pensare che la ragione sia inutile, ma Dio illumina soltanto le anime disposte alla fede e alla razionalità, ossia “crede ut intellegas, intellige ut credas”.

Da un gioco condotto da Gennaro Sasso, filosofo e storico della filosofia, direttore della rivista La Cultura di storia letteratura e filosofia, già direttore per un quarto di secolo dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli fondato da Benedetto Croce, è stato votato lo speculatore del secondo millennio, Immanuel Kant. La rilevanza della speculazione del tedesco è espressa nella locuzione Sapere aude che si fonda per la sua dottrina nella distinzione tra noumeno e fenomeno. Il primo è l’essenza del pensiero espressa con la volontà, un ente che può derivare dall’intelletto ma non é reale, è pensabile, ma inconoscibile, ciò che pensiamo esistente ma non conosciamo, si pone come limite della conoscenza umana. Il fenomeno è l’oggetto, è materia è fisico. Nelle tre opere più importanti diede risposta a tre istanze. La prima “Che cosa posso sapere” trovò riscontro nel saggio “Critica della ragion pura”, semplificando: “posso sapere ciò che la mia mente mi consente di conoscere”. Poi postula:”Che cosa devo fare?” nella Critica della ragion pratica sostiene che l’uomo nel suo agire concreto dato che la ragione umana è il carattere universale degli uomini, formula la legge morale e il relativo comportamento che diventa un imperativo categorico e nel compierlo non si deve mai seguire un utile personale. Vivere secondo morale significa vivere in maniera virtuosa, ma richiede una sottomissione ad un dovere costante. Stabilito ciò, occorre ritenere che il raggiungimento della piena felicità non può che avvenire dopo la morte. Questo significa che l’uomo è dotato di un’anima e che essa è immortale, perché destinata a ricevere il premio per la sua condotta morale. È in ragione di questo assunto infine la domanda:”Che cosa mi è lecito sperare?” che ebbe responso nella  Critica del giudizio: “mi è lecito sperare che esista un Dio”. La filosofia è importante perché è uno strumento di comprensione della realtà.