Lo stoicismo

Lo stoicismo come componente filosofica per la comprensione della realtà della vita ai giorni nostri.

La dottrina ha origine nella storia del pensiero antico e la tradizione la collega a Zenone di Cizio e alla sua scuola, così chiamata perché Zenone e i suoi successori usavano adunarsi nella Stoà Poikìle. Luogo che originariamente fu destinato a riunioni pubbliche, la corrente filosofica era solita esporre e discutere le proprie idee con i suoi discepoli sotto il portico dipinto di Peisianatte -finanziatore dell’opera-.

La scuola stoica ebbe grande importanza nel mondo romano, dove l’etica da essa elaborata, esaltando la libertà e la dignità dell’individuo, portò alla creazione di un tipo ideale di stoico, insensibile al male fisico, capace di andare incontro a volontaria morte, quando essa si presenti come l’unico mezzo per sfuggire alle offese provenienti dal mondo esterno.

Considerata nei suoi aspetti più generali e costanti, essa si sviluppa in tre discipline: logica, fisica ed etica, distinte e insieme strettamente connesse fra loro.

La logica insegna infatti le condizioni del pensare, cioè i modi con cui conoscere la realtà; la fisica offre la conoscenza della realtà stessa, su cui si fonda l’etica che stabilisce i canoni del comportamento umano in quanto rispondente all’ordine della realtà.

L’etica è la filosofia della pratica, ossia la riflessione sul comportamento dell’uomo e sui valori che orientano le sue scelte.

Il termine fu introdotto nel linguaggio filosofico da Aristotele e viene generalmente usato come sinonimo di morale.

Esplicitata anche nel motto, ‘àbstine sùbstine’ – lat.astieniti, sopporta- del filosofo greco Epittèto,che riassume quella della speculazione stoica, ossia astenersi da tutto ciò che non è in proprio potere e sopportare quel che capita.

The lighthouse to follow is reality. Vale a dire la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente.

Conoscere significa per lo stoico saper pensare e il pensare significa affermare o negare qualcosa di qualcos’altro. Esse non sono né vere né false; verità e falsità nascono dal nostro giudizio sulla rispondenza della rappresentazione alla realtà rappresentata. Per ciò che concerne la dialettica o arte del ben ragionare, tutti i ragionamenti devono basarsi su premesse evidenti di per sé da cui ricavare conclusioni altrettanto evidenti.

Ai giorni nostri la dottrina può essere una chiave di lettura per conoscere e comprendere la realtà, sia sui massimi sistemi che quelli piccoli.