Carol Ann Duffy

( L’ultimo intervento di Ann è tratto da “Sbornia”, poesia inclusa ne “Lo Splendore del Tempio”, Crocetti ed. 2012. Dalla stessa raccolta prendo la poesia che segue, nella traduzione del testo sunnominato e in una traduzione diversa )

Small Female Skull

With some surprise, I balance my small female skull in my hands.
What is it like? An ocarina? Blow in its eye.
It cannot cry, holds its breath only as long as I exhale,
mildly alarmed now, into the hole where the nose was,
press my ear to its grin. A vanishing sigh.

For some time, I sit on the lavatory seat with my head
in my hands, appalled. It feels much lighter than I’d thought;
the weight of a deck of cards, a slim volume of verse,
but with something else, as though it could levitate. Disturbing.
So why do I kiss it on the brow, my warm lips to its papery bone,

and take it to the mirror to ask for a gottle of geer?
I rinse it under the tap, watch dust run away, like sand
from a swimming cap, then dry it – firstborn – gently
with a towel. I see the scar where I fell for sheer love
down treacherous stairs, and read that shattering day like braille.

Love, I murmur to my skull, then, louder, other grand words,
shouting the hollow nouns in a white-tiled room.
Downstairs they will think I have lost my mind. No. I only weep
into these two holes here, or I’m grinning back at the joke, this is
a friend of mine. See, I hold her face in trembling, passionate hands.

Piccolo cranio di donna

Con sorpresa, soppeso tra le mani il mio piccolo cranio di donna.
A cosa assomiglia? A un’ocarina? Soffio nell’ occhio.
Non può gridare, trattiene il mio fiato solo finché espiro,
lievemente allarmata adesso, nel buco dov’era il naso,
appoggio l’orecchio al suo sorriso. Un sospiro che svanisce.

Per un po’, siedo al gabinetto con la testa
tra le mani, sgomenta. Sembra più leggero di quanto pensassi;
il peso di un mazzo di carte, d’ un sottile volume di versi,
ma con qualcos’altro, come se potesse levitare. Inquietante.
Allora perché lo bacio sulla fronte, le mie labbra calde sulla fragile ossatura,

e lo porto allo specchio per chiedere una pottiglia di pirra ?
Lo sciacquo sotto il rubinetto, guardo la polvere scivolar via, come sabbia
da una cuffia, poi l’asciugo – primogenito – delicatamente
con un asciugamano. Vedo la cicatrice dove sono caduta per puro amore
giù per scale infide, e leggo in braille quel giorno estenuante.

Amore, mormoro al mio cranio, poi, più forte, altri paroloni,
gridando i sostantivi vuoti in una stanza di piastrelle bianche.
Giù penseranno che ho perso la testa. No. Piango soltanto
in questi due buchi, o sogghigno di rimando allo scherzo, questa è
una mia amica. Vedete, tengo il suo viso tra le mani tremanti e appassionate.

(Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)

Piccolo cranio di donna

Un po’ stupita, soppeso il mio piccolo cranio di donna tra le mani.
A che assomiglia? A un’ocarina? Soffia nei suoi occhi.
Non può piangere, trattiene il mio fiato solo fin quando espiro,
un po’ allarmata ormai, nel buco dove stava il naso,
premo l’orecchio contro il suo ghigno. Un sospiro che svanisce.

Per un po’, mi siedo sul coperchio del water con la testa
tra le mani, atterrita. La sento più leggera di quanto pensassi;
il peso di un mazzo di carte, un sottile volume di versi,
ma con qualcos’altro, come se potesse levitare. Inquietante.
Allora perché lo bacio sulla fronte, le calde labbra contro l’osso di carta,

e perché lo porto allo specchio per chiedere una “gottiglia di ghirra” ?
Lo sciacquo sotto il rubinetto, guardo la polvere che scorre via, come sabbia
da una cuffia, poi l’asciugo – primogenito – dolcemente
con un panno. Vedo la cicatrice dove cascai per puro amore
giù dalle scale traditrici, e leggo quel giorno in frantumi come braille.

Amore, mormoro al mio cranio, poi, più forte, altre grandi parole,
gridando i sostantivi vuoti nella stanza dalle mattonelle bianche.
Di sotto penseranno che ho perso la testa. No. Piango soltanto
dentro questi due buchi qua, oppure faccio un ghigno per lo scherzo, questa è
una mia amica. Vedi? Tengo la sua faccia fra le mani tremanti di passione.

(Traduzione di Andrea Sirotti e Brenda Porster)

 

Sulla poetessa trovate informazioni biobibliografiche e approfondimenti su:
http://it.wikipedia.org/wiki/Carol_Ann_Duffy
http://www.sinestetica.net/la_moglie_del_mondo
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-11-01/rima-privata-poesie-scelte-
121940.shtml?uuid=Aa9lqmHE

http://ettorefobo.blogspot.it/2012/07/la-moglie-del-mondo-carol-ann-duffy.html
http://www.gayprider.com/poetessa-lesbica-scrive-una-poesia-per-il-matrimonio-di-william-e-kate/

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