Certificato di defunzione

Il ritmo è la profezia (e perciò l’utopia) della cancellazione del linguaggio.

Ascolto e pensiero sono incompatibili, come la bellezza, che è l’aborto della realtà, è irriducibile all’essere che la imprigiona.

Preferisco la morte alla conversazione.

La poesia è un luogo decoroso dove lasciar morire le idee. Chi vuole veicolare idee si dedichi alla pubblicità, che è il cesso in cui gli è conveniente vivere.

La poesia, essendo intestimoniabile, è irresponsabile. Martyréô, testimoniare, e asserire, quindi rispondere, è un atto dell’io, ma l’io non è ammesso all’assenza che costituisce la poesia.

Preferisco la morte alla responsabilità (cioè, alla risposta).

Il muro è come Dio: gli parlo e non risponde, e per questo lo amo.

Mi è chiara una sola cosa: devo distruggere ogni specchio.

Io sono un vampiro, per cui non c’è specchio che lo rifletta. Sono un Narciso che ha conosciuto Eco.

Euridice è lo specchio lasciato vuoto dallo sguardo di Orfeo, Euridice è suono senza immagine.