Chandra Livia Candiani

La poesia è ovunque. Chandra Livia Candiani

Autore: Rosa Riggio

Scrive Aśvaghoṣa: “Ciò che l’animo percepisce come essenza assoluta è l’unicità della totalità di tutte le cose, il grande tutto che tutto comprende”. Ne “La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore“, Chandra Livia Candiani ci restituisce la presenza della totalità, insieme alla grazia, allo stupore.
La sua scrittura millimetrica, densa, lucida, non teme di esporsi, di schiudersi ed essere, di farsi mondo. È atto nascente.
Sovraesposta / e schiusa, / mi aggiro appena nata / per la città fragorosa / e tocco muri con dita vegetali, / li conto / come prove numeriche / di essere al mondo, / lo stesso mondo.
Per orientarsi, nel mondo, sono necessarie “mappe”, per ascoltare, ad esempio. “Mappa per l’ascolto” è poesia vademecum, ci conduce con sé e ci dice come fare: Accosta all’orecchio il vuoto / fecondo della mano, / vuoto con vuoto. […] Per ascoltare bisogna aver fame / e anche sete […] Dunque, abbraccia le parole / come fanno le rondini col cielo, / tuffandosi, aperte all’infinito, / abisso del senso. Il battito, forte, dell’abisso risuona assieme a quello del respiro, della furia d’esser viva, perché il mondo c’è / e ci intuisce.
Bisogna cucire, tenere insieme, spingere avanti il volo, perché la morte non aspetta, e ciò che non muore è L’accenno, / solo unico / l’accenno d’essere. In questo spazio, fatto di possibilità, di intermittenze, l’inconsistenza non è vuoto, ma trasparenza che contiene e custodisce, lievito silenzioso, come un pane antico, rovente: io lievito madre / mi sei presente / bruciante / partenza mi sei / cara. L’io non è qui dato per separazione, si tratta, piuttosto, di un io “diffuso” che, nel dialogo con sé e con l’altro, si dà per moltiplicazione: Io è tanti. E’, anche, interrogarsi: Cosa diciamo / quando diciamo me.
Qui, nei versi della Candiani, non è più possibile rintracciare un modello classico di riferimento. Se si osserva la materia nei sui strati più profondi, i parametri devono essere altri: i testi buddhisti, di cui è traduttrice, la meditazione. Ma non è sufficiente. La poesia è sorpresa e “aiuta a sapere dove si è”, afferma in un’intervista. Qui, tutte le cose sembrano accadere “contemporaneamente”. Il pensiero sospende se stesso per accogliere, con esattezza, luce e buio, ghiaccio e fiamma, nel silenzio come un tuono. La dichiarazione del titolo rimanda alla lotta, al ritorno verso un silenzio bambino, all’esattezza dell’amore. Bambini protagonisti, come Fatema, che aveva scritto: è bello / vedere l’aria felice.
Tre le sezioni (“La bambina pugile”, “Pianissimo, per non svegliarti”, “La precisione dell’amore”), per questa raccolta senza un vero centro, perché la Poesia è un abbraccio che tutto contiene, perché La misura esatta è l’infinito. Un infinito che si schiude, percezione d’essere e solitudine: Cosa sussulta / quando sussulto / percependo d’essere / una sola e comunissima / briciolitudine. È voce potente, che si fa briciola e volo, abissale nostalgia. Il cuore batte veloce leggendo questi versi, meravigliandosi dell’infinita possibilità delle cose di esistere, così, di accoglierci mentre ci guardano dalla loro “implacabile”, apparente, distanza. Il mondo moltiplica se stesso nelle parole, nel loro margine ardente. Ricordo i versi di Tagore I fiori sono parole, / le foglie silenzio, / tutto raccolto / attorno ad essi. A questo ammutolirsi fecondo Chandra Livia Candiani si consegna, restituendoci la grazia dei suoi versi.

Niente, è che a me piacciono da sempre
le cose mute,
quando l’io zittisce
e si alza il volume della voce
non solo degli uccelli
ma anche del silenzio dell’armadio
e del tavolo
della lampada e del letto.
Allora niente,
vivo in una nuvola di luce
dove tutto rabbrividisce
e fa parola, allora bevo
all’orlo del mondo
alla sua fontana.