Concordanze e approssimazioni di Francesca Marica

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La storia si ripete e lascia andare.
Non trattiene perché quella è la vittoria
incisa tra lo scheletro e il cielo
dove neanche tu sai, neanche tu puoi.
Bisogna camminare accanto per capire.
Come la parte migliore,
la forma assoluta e vicino allo zero,
un’isola che non è gelo ma nube,
la possibilità di una danza tra i larici ingialliti.

L’inverno è spostare il bianco con la mano,
per andare giù nel profondo, con le dita.

*

A buon diritto il freddo ha preso casa,
assomiglia a una montagna il suo profilo,
un facile rimedio per chi è costretto a ricordare.
Non c’è riposo che sia vero per la meccanica del tempo,
si ripete uguale il suo copioone come in uno scherzo.

In fondo si conosce solo quello che è già stato immaginato.

*

Questo bianco non mi trattiene più.
Gli eventi con anticipo hanno fatto un balzo
perché la storia è fronde e voci.

Bisognerà farsi neve, ingoiare il sale,
prendere forma – come uno strumento,
un fiato, una nota che ha trovato la propria intonazione.

Francesca Marica, da Concordanze e approssimazioni (Libreria Editrice 2019)

Fotografia di Laura Makabresku