Derek Walcott

« La poesia, che è il sudore della perfezione ma che deve sembrare fresca come le gocce di pioggia sulla fronte di una statua, combina naturale e marmoreo, ma coniuga entrambi i tempi contemporaneamente: il passato e il presente, se il passato è la scultura e il presente le perline di rugiada sulla fronte o la pioggia del passato. »
(Derek Walcott nel discorso per il Nobel, Accademia Svedese, 1992)

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Farò una poesia per Derek Walcott che
lo descriva, perché sia possibile descrivere il mondo
perché lo descriva, e ma perché lo rompa.
In fondo si tratta di viaggi, c’è questo che lascia un’isola
e fa le guerre del mare, quasi tutte di ritorno (dire l’andata è una fuga)
dal mare al mare, qualche albero saluta, Walcott
scrive benissimo cambia i tempi alla frase circonda
tutto quel bendidio con un occhio azzurro.
O verde, una schiavitù corrotta dalla luce in quel salutare
dire, l’andata è una fuga e fa le guerre del mare quasi tutti ritorni
Derek Walcott « il cuore simile a foglia di mandorlo »,
« il cervello maturo che marcisce come una noce gialla »,
è bianco.
In tutta questa luce che può chiamarsi Dio un alfabeto metodista
vada a catalogare le pozzanghere i sassi la perlina spiaggia
e un pellicano sbucciare l’acqua dopo il trespolo del filo elettrico
vedi come si sente : deluso, discantato,
qui non c’è niente.
L’altro, quello del fare la storia di un percorso sfinito
Ulisse canarino, l’epica tradotta nel porto di qua,
e il grande perdere tutto in una botta :
me lo immagino bene raccogliere la pioggia
conquistare una vigna interna collegata alla spiaggia da un sentiero
Derek Walcott « si potrebbe anche smettere di scrivere »,
« tutta la sua indifferenza è una rabbia differente »,
è negro.


 

Walcott Alton Derek, poeta, drammaturgo e direttore teatrale, nasce nel 1930 a S. Lucia, ex colonia britannica nei Caraibi. Educazione di tipo anglosassone e patois creolo, due lingue : « una così ricca nelle sue sottigliezze imperiali, nella sua eco del privilegio, / l’altra come le parole arancioni di un pendio disseccato ». Nel 1953 si trasferisce a Trinidad, lavora come critico d’arte e di teatro presso il locale Trinidad Guardian e come insegnante. Pubblica i primi tre volumi di versi tra il 1948 e il 1951, viene conosciuto con In a Green Night (1962), The Castaway (1965) e The Gulf (1970). Seguono il poema autobiografico Another Life (1973), Sea Grapes (1976), The Star-Apple Kingdom (1980) e The Fortunate Traveller (1981). Nel 1986 pubblica il volume Collected Poems e nel 1987 The Arkansas Testament. Viene considerata sua punta espressiva The Omeros del 1989. Riceve il premio Nobel nel 1992. Qui la bibliografia aggiornata. Attualmente abita Trinidad e gli USA, dopo aver insegnato letteratura e scrittura creativa alla Boston University lavora ora all’Alberta University di Edmonton.
Il testo che viene proposto in video (La goletta « Flight ») è tratto da  Mappa del Nuovo Mondo (Adelphi, 1992), per la prima volta apparso in The Star-Apple Kingdom (1980) .
La traduzione è di Roberto Mussapi.
 

 

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