dissezione di un testo di Atwood

YOUR CHILDREN CUT THEIR HANDS…
I TUOI FIGLI SI TAGLIANO LE MANI…

Your children cut their hands on glass
by reaching through the mirror
where the beloved one was hiding.

I tuoi figli si tagliano le mani sul vetro
attraversando lo specchio,
dove si nascondeva l’amato.

La stanza iniziale è la scatola misteriosa che trasforma quello che complessivamente appare un testo lineare, semplice. Che i bambini si taglino le mani sul vetro è sommamente possibile. I bambini sono inesperti delle cose del mondo e non conoscono le modalità precise di manipolazione degli oggetti taglienti, e spesso rompono oggetti fragili facendoli diventare taglienti, nella loro piccola atassia, il sistema neuropsichico in crescita. Certo che qui Atwood li fa passare attraverso uno specchio, che Lacan tiene rigorosamente intatto e forse solo Alice attraversa, senza peraltro romperlo. Cosa cercano dietro la lastra che rimanda la loro immagine, come la rimandava a Narciso? L’amato. Sono loro, sono loro-i-tuoi, è il tuo. Qui c’è una zona d’ombra, questo amato è allo stesso tempo determinato e diffuso, poi si nasconde. Le mani tagliate, che ritornano in Atwood, sono il risultato di questa ricerca (che non sappiamo ancora se qualcosa ha trovato).

You weren’t expecting this:
you thought they wanted happiness,
not laceration.

Non te l’aspettavi :
pensavi volessero felicità,
non lacerazione.

Qualche elemento in più sul tipo di taglio: le mani ci sono ancora ma non si tratta di graffi. La pelle si è aperta bene, al punto da contrastare il termine “felicità”. E la seconda persona singolare (una presa di distanza a cui Atwood ci abitua, il soggetto è qualcuno che guarda un altro) viene vista sorpresa, si, ma senza particolari moti sentimentali. Non se l’aspettava. Understatement. A dare forza alla stanza il “non” che pesa con la sua strana bilancia il taglio che strappa e la soddisfazione dei desideri, chiamiamola così.

You thought the happiness
would appear simply, without effort
or any kind of work,

Pensavi che la felicità
apparisse in modo semplice, senza sforzo
o altro tipo di fatica,

Parte la descrizione di cosa il tu pensa della manifestazione della felicità; il testo qui è lirico, il tema noto, molti elementi sembrano chiamarsi gli uni con gli altri. Lo scorrere spontaneo delle cose non contrastate da particolari attriti, semplice come i termini utilizzati dall’autrice, pulito.

like a bird call
or a pathside flower
or a school of silvery fish

come un richiamo d’uccello
o un fiore lungo un sentiero
o un banco di pesci d’argento

Ed era il preludio alle indicazioni di natura, che qui cantano come gli uccelli del cielo, sbocciano come i fiori di campo (Atwood scrive belle cose sul giardinaggio contrastato) e si muovono luminose nell’acqua, anche se molti pescetti d’argento li vediamo stesi ad essiccare su tavolati nelle spiagge dei paesi caldi. Ma siamo a Ottawa o a Toronto o in Québec-foresta-piena.

but now they’ve cut themselves
on love, and cry in secret,
and your own hands go numb

ma ora si sono tagliati
sull’amore, e piangono in segreto,
e le tue mani s’intorpidiscono

Poche concessioni alla bellezza della natura libera, ora i bambini si sono fatti male. Atwood è antileopardiana. Si feriscono sull’amore, non con l’amore. Che è un oggetto riflettente che viene involontariamente spaccato nel cercare un amato che nasconde. Ed è nascosto anche il loro dolore, probabilmente tutto si svolge dietro lo specchio, la reazione dell’intorpidimento delle mani della seconda persona sembra, appunto, speculare alle mani tagliate dei bimbi/figli (dall’inizio sono figli, come traduce bene Rao, ma sono anche bambini, sono figli piccoli).

because there’s nothing you can do,
because you didn’t tell them not to
because you didn’t think
you needed to
and now there’s all this broken glass
and your children stand red-handed

perché non puoi fare nulla,
perché non gli hai detto di non farlo
perché non pensavi che
ve ne fosse bisogno
e ora c’è tutto questo vetro rotto
e i tuoi figli restano con le mani rosse

Anafore dei perché e dei come. L’impotenza si confronta con la semplice considerazione che una cosa non è stata fatta perché non se ne ravvisava il motivo, si diventa banalmente adulti in questo modo, i pezzi di vetro per terra (chissà se qualcuno ci camminerà sopra senza farsi male) e il sangue sulle mani (ma nessuno ci farà scomodare la signora Macbeth)

still clutching at moons and echoes
and emptiness and shadow,
the way you did.

e si aggrappano ancora a lune ed echi
e vuoto e ombra,
come hai fatto tu.

anche se, la chiusa ha grande potere di sintesi e ci rimanda all’inizio dell’operazione, si è creato per loro un mondo nuovo, quello dell’eco di qualcosa d’incapito (“come hai fatto tu”, che non hai potuto fare nulla “perché non pensavi che ve ne fosse bisogno”), lunare, ombratile, vacuo, inevitabile, parrebbe.

il testo è tratto da:

Autore: Margaret Atwood
Titolo: La porta
Titolo originale: The Door: Poems
Data: 2011
Traduzione: Giuseppina Botta e Eleonora Rao
Edizione: Le Lettere
Collana: Il Nuovo Melograno
Pagine: 221
Prezzo: 18,00 €
ISBN: 88-60-87261-8
Parola finale: chiude

Nota biobibliografica: Margaret Atwood è nata a Ottawa nel 1939. Icona delle lettere canadesi ha pubblicato venti volumi tra romanzi e racconti, più di quindici raccolte di poesia, numerosi i lavori di saggistica. Non mancano sceneggiature per il cinema, drammi radiofonici, libri per bambini e fumetti. È nota al grande pubblico soprattutto per i suoi romanzi tradotti in più di trenta lingue. Vince con L’assassino cieco il Booker Prize nel 2000. Non mancano libri per bambini, fumetti e lavori per il cinema e la radio. Atwood è anche autrice di saggi, dal taglio spesso eclettico, in cui associa la critica letteraria a recensioni, memorie creative e scritti di carattere autobiografico, politico ed ecologico. Per la poesia, sono stati tradotti in italiano I diari di Susanna Moodie (Piovan 1985) e Mattino nella casa bruciata (Le Lettere 2007).

Biografia di Atwood

P.S. D’AUTORI

“Margaret Atwood conosce la paura, sa delle cose che strisciando ti avviluppano il cuore come un sudario di muffa sul pane. Sa di come hai giocato all’assassinio nell’oscurità, e di come, dopo un bicchiere o due di vino, una volta impiccasti qualcuno per i suoi occhi azzurri.
Conosce la storia di tua madre violata da un cigno ( la cameriera nella foto di famiglia ha un fumetto invisibile sopra la testa. Sgualdrina. ) Sa di quando calpestasti con forza la pietra nella landa e, vedendo la gamba affondare fino al ginocchio, esclamasti: “Un momento. Questa mi appartiene” e solo una ragazza senza mani si protese per consolarti. Lei sa cosa vuol dire fare questi giochi con te…
Ma viene l’ora in cui la vita si piega in due su se stessa. Il diniego temuto che balza fuori e ti accrechia nella Casa dei Divertimenti all’improvviso sembra poco più che terrore sui trampoli. Avviene qualcosa che, con un tonfo sordo, ti arresta il cuore. Il tempo in cui hai iniziato sta per finire. Tuo padre non è più un uomo anziano, è un uomo che muore.
Anche se vi sono lacrime, se i sogni disorientati e la mano di qualcun altro esce dalla manica del suo cappotto di tweed, non c’è tuttavia offuscamento alcuno. Non vi è duplicità. Non vi sono illusioni ottiche, né note per una poesia che non sarà mai scritta. No, niente di tutto questo. Nel dolore, l’amore è trasparente, e così, trasparente è il tuo verso. Il dolore non ha passato nè futuro, non c’è spazio nel dolore per giochi di prestigio. Con una sola parola sussurri il mondo intero: mi piaci come il sale.”
Barry Callagan

 

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