Hans Magnus Enzensberger

a cura di Silvia Molesini

In Hans Magnus

Hans Magnus è il fratello maggiore dello scrittore Christian Enzensberger

(te lo sei portato a letto per finire di leggerlo, più leggero dell’aria)

lo sapeva bene Coleridge, che andava a lezione di chimica

(ma non voleva starci, c’erano le parole smarrite)

una specie di grammatica universale, nel senso di Chomsky

(tutta la sua filosofia si metteva di dietro)

il mago dei numeri

(rompeva in minime moralìe)

dopo la pubblicazione nel 1957 di Verteidigung der Wölfe (Difesa dei lupi)

(allora gli dico : faremo colazione con un uovo)

«Kursbuch» oltre che un successo commerciale di prim’ordine

(e la cena con un altro nuovo)

fu la rivista forse più importante del ’68 tedesco

(tra due uovi ristabilimmo il contatto)

Die Andere Bibliothek

(più leggero dell’aria)

acuto saggista, giornalista informato, critico inflessibile

(tutta la sua virilità dissidente)

sulla linea della poetica di Brecht.

(Hans Magnus, gli dicevi, Hans)

Premio Georg Brüchner nel 1963

(ti ricordi dove abbiamo messo l’apriscatole?)

studia a Erlangen, Friburgo in Brisgovia, Amburgo e alla Sorbona di Parigi, ricevendo un dottorato nel 1955 per una tesi sulla poesia di Clemens Brentano

(ti ricordi?)

TransAtlantik

(no, rispose, abbiamo organizzazioni centripete)

ha viaggiato moltissimo, “Inchiesta su L’Avana”

(e anche per questo m’innamorai poco di te)

registro ironico e sarcastico

(ma abbiamo doppie centrifughe)

autore anticonformista e versatile

(quindi non renderemo grazie al cielo)

nel 1944-45, adolescente, partecipa alla seconda guerra

(faremo da soli un salto qui vicino)

Hans Magnus Enzensberger nasce a Kaufbeuren, in Germania, l’11 novembre 1929

(nel posto innumerevole)

raffinata demitizzazione della letteratura “bella”

(che abbiamo deciso)

ricerca de”l’artista radicale” (Clemens Brentanos Poetik, 1961)

(e che non abbiamo:)

battagliere riviste

(settanta qui anni-ora)

non vede tuttavia un mezzo di salvezza per l’uomo e si presenta come denuncia spietata di tutte le storture e debolezze

(nel boudoir)

Grass, Böll, Celan

(e quel levigato mi convince ancora)

Andreas Thalmayr e Linda Quilt. Attualmente vive a Monaco.

(-adesso stai ancora mentendo-)

Non sono più i preti a parlare di immortalità bensì i ricercatori

(gli dici mentre si arrotola)

Meglio sciamani che depressi, gli scienziati replicano ad Enzensberger

(lui così autentico)

Poesie morali – Enzensberger lancia certamente una provocazione,

(che allora ti alzi)

liberata dalle zavorre dell’ideologia e vuole sottrarsi alla rigidità di opinioni preconcette. Facendosi leggerissima,

(anche perché hai sentito dei passi di sopra)

Auschwitz “non ha fine”

(e non vorresti svegliarti)

(in edizione originale Leichter als Luft, Suhrkamp, 1999)

(mentre che tutto è finire)

scivola tra le maglie di “grandi racconti” (Lyotard)

(lui ha scritto molto teatro)

azzardare bilanci

(e ti accompagna per l’uovo, e ridiamo)

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