Hans R. Vlek, traduzioni e imitazioni vol. 1

Traduzioni e imitazioni 

a cura di Paola Silvia Dolci 

Hans R. Vlek (1947-2016) poeta olandese, è stato una scintillante, arrogante, detestabile stella nascente degli anni Sessanta, con una collezione di quattro premi vinti e un’antologia, a 23 anni. Tuttavia, l’apparizione nudo a un festival di poesia, e il fucile puntato contro il suo editore, hanno forse suggerito qualche problemino di salute mentale.
Uscito dall’ambiente letterario negli anni Settanta, quando spartiva il suo tempo tra i bordelli di Granada e l’Istituto di salute mentale Bird Song, era poi tornato a metà anni Ottanta, con una serie di raccolte.

Angelo

No dinero, no dollars, no baksheesh. Ogni giorno prima che faccia buio
io e il mio hermanito battiamo i mucchi della spazzatura.
A volte troviamo pompelmi marci ancora commestibili,
scarti dei ristoranti chic del centro, e qualche volta per me,

puttanella, un paio di collant smagliati. Di solito non è mai molto
ma è abbastanza. Il mio hermanito gratta la polvere
mentre mi perseguita con la sua busta di plastica. Allora lo frusto,
per tutta risposta, perché paparino ha l’ulcera, e mammina ci ha dato una nuova sorellina,

nella barriada, sotto la candela e la croce.
E allora vamonos,
scivola in un paio di calze a rete nere consunte
e naviga la notte nelle trafficate strade scarlatte.

Mamma dice che Gesù concederà alle brave ragazze l’assoluzione
se faranno godere un gringo dell’accampamento militare
e concederà loro quanto basta per comprare pesce fresco e olio per la lampada, per una settimana
o più.

Giaccio nel desierto sotto la Sierra Madre,
dove abbiamo interpretato Hansel e Gretel tra le agavi.
Mamma, per quale motivo mi hanno preso i soldati, avevo solo tredici anni.

Breve storia della lussuria

…esse delendam

Mitra aveva proibito ai Mani l’uva rugiadosa,
persino Agostino d’Ippona difendeva la legge –
i culi di pesca potevano essere colti solo dagli dei
e l’asparago, care signore, non chiedete altro…

Fellatio e Cunnilingus, buffoni della vecchia Ostia, a sud di Roma,
andavano errando allegramente intorno alla terra piatta,
Cunnilingus con una pesca, e il buon Fellatio
con un asparago cremoso nella bocca dipinta – 

Ippona andò in rovina sull’ultima spiaggia cartaginese,
perché la vecchia sponda di Cartagine è la migliore in assoluto
come Tanit e Didone. E finalmente per rilassarsi da allora non c’è stato altro
che lussuria e più lussuria, di tre cubiti dorati. E Ruffiana,
dietro una finestra, canticchia mentre i suoi soldi si moltiplicano – 

Le ragazze di Porq

Perdona loro, queste modelle di Porq con i loro culetti abbronzati
il pube irto di peli depilati,
con i piercing per capezzoli penzolanti dalle tette di silicone,
che accendono l’inferno dei poveri voyeur –

Ah, queste ragazze di Porq, a loro piace il tuo pene
da davanti e da dietro, ma odiano la tua penna.
Vengono dalla stessa Sodoma, ma fanno il gesto da Gomorra,
a Ta-marra, nel pollaio pittorico di Daguerre.

Oh, gli snapshot di Porq, buoni per i cuori contenti,
pieni di quercia scoppiettante e un dollaro o tre.
Le loro piegoline lucenti avrebbero potuto essere risparmiate
da un caminetto di Renoir o da un quasi Hedrik Van Rijn –

Ah i bocconcini di Porq, offrigliene una porzione generosa.
Nutrile con i fotografi, perché quello che sanno i becchini è già
troppo.