Il diario Giapponese

BESTIARIO, METAMORFOSI

Kabuto, il cervo volante
Ottobre/Novembre

i.

A mezzogiorno soffia un vento magico. Il bambino spia dal
buco nella finestra di carta la processione del matrimonio
delle volpi.

ii.

Il sake caldo – nihon-shū, il gatto bianco è un bakemono
“cosa che è cambiata”, i suoi occhi brillano prima dell’arrivo
della pioggia, il cimitero di notte e la kitsune di pietra con
l’orecchio spaccato; mi baci le mani con i guanti.

iii.

Il mercato del pesce, le barche trascinano le reti da pesca,
quando un uomo muore in mare difficilmente la sua anima
trova pace; Sensōji, i fantasmi – yūrei si nascondono
soprattutto nel vento che sbatte le insegne e nei gangli dei
pali della luce. Gli aironi dello zoo di Ueno sono gli unici
rinchiusi, per non farci volare via; in metropolitana mi
addormento profondamente sulla tua spalla.

[…]

vii.

Nel 1889 la volpe si trasformò in una locomotiva sulla linea
Tokyo-Yokohama.

Il nuovo piccolo anno, Tokyo, Aprile

i.

A cena, se la luce fosse più soffusa sarebbe Chishu Ryu e
Tokyo è accogliente come Amsterdam, ognuno nel suo
spazio mentale, brindiamo! Ad Amundsen e alle vite
passate! Al mio arrivo! Alle leggende della prefettura di
Akita! Alla Yuki-onna che succhia e congela il sangue
della vittima! All’autocoscienza dell’amore! Un brindisi a
Norbertone!

[…]

Cronaca della provincia di Hitachi e dei suoi costumi.

Il luogo è inospitale, le locande sono deserte, sono aperti
solo i due negozi che vendono sale; il sentiero degli orchi
sbuca su una baracca di lamiera piena di scatoloni. I palazzi
enormi, arrugginiti cinacomunista. Bianchi, marroni. Nella
hall e nei corridoi la moquette è polverosa, impregnata di
fumo e macchiata. C’è uno scarafaggio, una cimice in sala
da pranzo, il cibo ha il sapore del fango. 
L’acqua bollente del rotenburo è meravigliosa. 
Nel fondo dell’aprile splendente sono io, il faro, soffia forte il
vento e le foglie della foresta dei cedri luccicano, i prati delle
erbe velenose e fluorescenti. 

Dancing drummers, Namahage Daiko, ridiamo, battiamo le
mani. Forse siamo stati ingannati.

A notte fonda, tutti i mostri del Giappone si arrampicano
sulle pareti dell’onsen, oni, tartarughe, rospi, i fantasmi,
ombre sulle pareti di carta di riso, dal mare ostile emergono
le rocce sono dragoni, stanno venendo a prendermi per
entrare nella mia testa.

Paola Silvia Dolci, bestiario metamorfosi, Roma, gattomerlino, 2019

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