Il Grande Formichiere di Niki-Rebecca Papagheorghìou

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Tappi di sughero

Vivo tutta sola in una casa enorme. Non c’è nessuno per aprirmi i bottoni, in alto, sulla schiena. Quando, la mattina, lego stretto il nastrino che porto al collo, non c’è nessuno per scioglierlo, la sera. Traffico da sola davanti allo specchio. Le mie unghie si accendono. Le pupille dei miei occhi diventano ricci di mare. Allora il nodo, da solo, si scioglie. Gli anelli stretti scivolano via dalle dita. Fazzoletti, lenzuola, si sciolgono in nuvole nei cassetti. Τappi di sughero, ficcati da anni dentro alle bottiglie, saltano via con slancio.

Il ritrovamento

Mi si sono anneriti gli occhi a forza di cercarti. Si disfano ormai le cuciture dei miei vestiti, i miei bottoni sono appesi a un filo. Il bottoncino della mia mantella scivola e si perde, al mercato il compagno non c’è. Che fare? Per un bosco infinito cammino nella notte, stasera, mi dico, devo trovarti oppure perdermi. E visto? Non mi perdo. Sotto il noce più buio, dormi in un piccolo lettuccio. Non c’è il drago, mi sussurri mentre ti svegli. E come ti tocco, ecco, m’iperillumino. Sotto la lingua mi scivola il bottoncino raro. Tutti i bottoni che ho perso, fin da piccola, brillano sparsi sul cuscino.

Porte

Il gioco si svolge in un bosco. La donna è una porta di legno profumato dei tropici. Il suo lato superiore disegna un arco. Quando brucia emana un profumo inebriante. Ma anche quando non brucia ha un odore indefinibile, forse ancora più ossessivo. Conduce a una stanza che è rivestita dello stesso legno. I mobili sono tutti intagliati a mano, con uccelli e foglie. Hanno infinite incisioni e tutti insieme odorano molto forte. Lì dentro arde sempre un fuoco. Fuori è inverno e non fa che tirar vento. E tra il vento e la pioggia, arriva l’uomo. Tiene una chiave qualunque e tenta di aprire. La donna oppone resistenza. Il metallo nobile della serratura sente nel profondo l’oltraggio che subisce a un tale contatto. Il legno intorno si raggela e trattiene il fiato nelle sue fibre più profonde, così che smette del tutto di profumare. L’uomo gira la chiave con più violenza. Fino a che la donna apre e l’uomo passa così irruento che per poco non cade. Ma si trova soltanto dall’altro lato del bosco, dove persino il vento soffia al contrario e la pioggia adesso lo colpisce in faccia, mentre la porta alle sue spalle si chiude ermeticamente.
 

Niki-Rebecca Papagheorghìou, da Il Grande Formichiere e altre, piccole, favole in poesia (Argolibri 2021), a cura di Elisabetta Garieri e Andrea Franzoni, traduzione di Elisabetta Garieri, illustrazioni di Giuditta Chiaraluce.

Illustrazione: Giuditta Chiaraluce