Approfondimenti
“Il manoscritto Voynich non ha più segreti: decifrato il codice del libro più misterioso del mondo.”
Questo sensazionalismo di fronte al Voynich è imbarazzante, già dal titolo della diffusa notizia.
Persino la BBC ne parla con esagerazione.
Ora, capisco che possa far scalpore perché… quanti ci hanno provato?! Ma…
1. è come se io avessi detto che ho trovato le ossa di Gesù ma non ho presentato, nel mio paper scientifico e neanche nell’abstract, l’evidenza della datazione al C14 o similare;
2. filologicamente, il cd “proto-romance” è una lingua ad oggi ricostruita quindi non reale, sulla base delle “lingue figlie” tra cui il latino;
3. non è stato indicato neanche un esempio concreto con una parte di testo;
4. nella descrizione c’è approssimazione e sciatteria: “nel manoscritto si trattano pensieri delle donne”;
5. non viene spiegato con tesi-antitesi-sintesi da dove è stata tirata fuori la questione di Vulcano e il 1444;
6. nel manoscritto c’è un’intera sezione con schede botaniche e nell’articolo non se ne parla affatto;
7. pur pensando che fosse stato scritto dalle monache e che si tratti della regina di Castiglia va ricordato come la lingua del clero e della nobiltà fosse il latino, quindi non vedo come abbia senso un presunto volgare ante litteram che non ha termini di paragone se non una lingua ricostruita, presumibilmente parlata dopo il 476 (in realtà III secolo, ma non stiamo a sottilizzare);
…potrei andare avanti all’infinito… ma di base non c’è alcuna aderenza alla realtà linguistica e codicologica e le teorie di mancanza di consonanti doppie o abbreviazioni latine a margine di cui non viene portato alcun esempio concreto stridono con la paleolinguistica.
E aggiungo anche che molte immagini, più consone al folklore balto-finnico in generale, non trovano conforto nella favola di monache spagnole nel Quattrocento.
P.s. strano poi che la notizia sia stata diffusa proprio a poche ore dalla dipartita di Johann Tischler, emerito linguista e indoeuropeista…
P.p.s. nell’immagine la fanciulla con il fuso, archetipo nordico (cfr. Frau Holle, Perchta, etc.) e l’incipit a me sembra “Freega” o “Freeða” ovvero Frigg. Nel Voynich molte immagini riconducono a lei. Naturalmente è solo una mia idea.
La costellazione della Cintura di Orione era conosciuta anche come il Filatoio di Frigg (Friggerock o Frejerock). Alcuni dicono che la costellazione si trovi nell’equatore celeste e che le stelle che ruotano nella notte fossero mosse dal filatoio di Frigg. Il nome di Frigg significa “amore” o “amata” (germanico *frijjō, cfr. sanscrito priyā “donna cara”) ed è conosciuto da molte delle culture nordeuropee, con tutte le variazioni linguistiche sulla pronuncia del nome: Friggja in svedese, Frīg (genitivo Frīge) in inglese, e Fricka nell’opera di Richard Wagner L’anello dei Nibelunghi. Le più moderne traduzioni hanno alterato il nome Frigg con Frigga, probabilmente per annullare la volgarizzazione inglese di frig. Pare che la Frau Holle del folklore tedesco sia in realtà Frigg.
Eleonora Matarrese
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