Approfondimenti
Libro di Hor di Francesca Matteoni
Camminavo al mattino sullo strapiombo
ogni tanto guardavo indietro –
le cose più belle erano i tetti
appuntiti come le fiabe, vicini
come il mantello di una creatura strana,
sotto le tegole correvano i ghiri.
Camminare porta sempre da qualche parte
per esempio all’invisibile
dove è nebbia e canneti
dove è fiume e pianeti
dove non sai finché non tocchi
un sasso scheggiato, un vetro
di lanterna rotta.
Dove le case abitano persone, ma le persone
turbinano nel loro passato come la neve
e poi non c’è più nessuno.
Si trova nell’acqua ghiacciata
con delle ali dentro.
Alberi che sono ramoscelli di saggina.
Acquitrinio dove l’inverno lava i suoi ossi,
le sue bacche brune, le bocche
dei suoi animali senza piume.
È tutto un segreto il silenzio
per non perdere il senno. O il sogno.
Alcuni degli altri mi videro
risalire per una scogliera
ripida sul mare, ma il mare
era lontano
come il rimpianto, la veglia, l’umano.
Indossavo gli scarponcini dei viaggi
nella tasca la mappa di quando ero bambino.
Restavo sul lato senza sole della montagna –
il muschio scopriva le rocce
scuciva le nuvole del pensiero.
Scendevo per un sentiero.
Francesca Matteoni, da Il libro di Hor (Vydia Editore 2019), illustrazioni di Ginevra Ballati.
Immagine: “Hor” di Ginevra Ballati
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