Lo swing di First Time, disco epocale I sessant’anni dello storico incontro tra Duke Ellington e Count Basie (parte 4)

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First Time del 1961, un album che, a seconda delle ristampe, presenta prima il nome di Basie e poi quello di Ellington (e viceversa) è l’obiettivo testimone di un unicum, fino allora, nella storia jazzistica. Spesso questa musica è fatta da episodi irripetibili accaduti per caso o senza un ordine prestabilito: e così succede che il 6 luglio di quell’anno le grandi formazioni del Duca e del Conte – da circa 3-4 anni tornate sula cresta dell’onda – si trovano nel medesimo locale, al 30th Street Studio di New York. Essendo presente l’ex jazzista e ora produttore per la Columbia Teo Macero l’incontro si materializza in un long playing posteriori definito ‘dalla ricchezza quasi imbarazzante’. Si tratta però di un lavoro di rilevanza soprattutto simbolica, non senza oggettive qualità nel risvolto musicale, perché alla fine concerne la naturale propensione di entrambi i leader (e delle loro orchestre) a dimostrare la stima reciproca e l’immensa considerazione che lega i due straordinari artisti, che all’epoca si cominciano a ritenere maestri o capiscuola, quando anche negli Stati Uniti si inizia ad apprezzare il jazz come musica con la M maiuscola o come grande Arte del Novecento americano.

Quando trapela la notizia di un disco – il futuro First Time! ovvero la Battle Royal, l’Encounter, il Basie Meet Ellington – al primo acchito i critici storcono il naso pensando che il progetto possa subito abortire in un flop clamoroso data l’acerrima rivalità fra le due big band per circa un quarto di secolo, con picchi di reciproca invidia tra il 1936 e il 1941 o tra il 1957 e il 1960. Però la stima genuina di Duke per Count (e viceversa) e un palinsesto azzeccato riguardante pre, post e produzione del disco stesso riescono a garantire all’album un successo grandioso (anche fuori dai circuiti jazz) e un exploit inatteso dai due leader medesimi.

Del disco piacciono soprattutto i duetti fra i due pianisti, gli arrangiamenti che permettono ottimi assolo. Tra i brani spicca in primis Seque in C, seguito da Until I Met You, Battle Royal e da Jumpin at the Woodside. E del disco il critico John Bush scrive: “Una gara fra band? Non proprio: più che altro ammirazione reciproca, fra le orchestre dei due giganti del jazz che suonano insieme. L’eleganza di Ellington e gli assoli singolari si uniscono allo swing di Kansas City di Basie, e tutto funziona meravigliosamente. Non c’è mai confusione, ogni band è concentrata e suonano molto bene insieme. Tutti si divertono e l’album trasmette questa gioia dall’inizio alla fine”. E quasi dello stesso parere è Scott Yanow : “(…) un incontro di grande successo e sorprendentemente poco affollato. Nella maggior parte delle selezioni Ellington e Basie suonano entrambi il pianoforte (la loro interazione è meravigliosa) e gli arrangiamenti hanno permesso alle star di entrambe le band di fare a turno da solisti”.