Recensioni
Mariano Peyrou
NON ROZZE ANNOTAZIONI
Mariano Peyrou, un quasi giovane argentino che vive nella Spagna, è antropologo e suona il sax. La voluntad de equilibrio nel 2000 pubblica, A veces transparente nel 2004 pubblica e pubblica nel 2005 La sal. Estudio de lo visible è del 2007 e questo che abbiamo letto, Temperatura voz, esce nel 2010 e le edizioni Fili d’Aquilone lo pubblicano tradotto da Alessio Brandolini nel 2013.
Paola lo legge nel 2016 e adesso ce l’ho io. Sono poesie raccolte.
E’ un’opera pubblicata nell’ambito del Programma “Sur” di supporto alle traduzioni del Ministero degli Affari Esteri, del Commercio Internazionale e del Culto della Repubblica Argentina.
Bisogna andare a vedere perché questa cura: cosa Peyrou muove.
Che la lingua qui supera convenzionali passaggi senza perdere significato aumentandolo anzi, in pertugi disconnessi svelanti.
Si apre e si chiude quasi come vuole senza mai dimenticarsi.
Vicaria le affermazioni d’uso, la mummia poetica, con fervore plastico d’embrione.
Utilizza il vuoto le piegature e il silenzio come materiali con qualità vocali e tattili e la visione si mescla a fare altra dimensione.
L’Argentina, l’argento, devono averlo amato per queste cose.
E per una specie di pulizia classica, anche.
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