Approfondimenti
MOORE- ANNINO: DUE MURI
NEI GIORNI DEL COLORE PRISMATICO
non nei giorni di Adamo ed Eva, ma quando Adamo
era ancora solo; quando il fumo non c’era, e il colore
era bello, non per l’affinamento
di un’arte primitiva, ma per la sua stessa
originalità; e nulla c’era a modificarlo se non la
nebbia che saliva, e l’obliquo era una variante
del perpendicolare, semplice a vedersi e
a spiegarsi: non è
più così; né la fascia blu-rosso-gialla
di incandescenza che era il colore ha serbato il suo schema: è
anch’essa una
di quelle cose in cui si può immettere e scoprire molto di
peculiare;
la complessità non è un delitto, ma se la portate
fino alla soglia dell’oscurità,
più nulla sarà semplice. La complessità,
poi, che sia stata affidata alle tenebre, invece
di dichiararsi per quella peste che è in realtà, si agita intorno
come per confonderci con la tetra
illusione che l’insistenza
è la misura di ogni risultato e che ogni
verità dev’essere caligine. Gutturale com’è principalmente
la sofisticazione è quel che è sem-
pre stata – agli antipodi delle iniz-
iali grandi verità. “Parte strisciava, parte
si accingeva a strisciare, il resto
stava torpido nella tana”. Nel procedere lento, sussul-
tante, nel gorgogliare e in tutte le minuzie – noi abbiamo la
classica
moltitudine di piedi. A quale scopo! La verità non è l’Apollo
del Belvedere, non è cosa formale. L’onda potrà
sommergerla, se vuole.
Sappi però che ci sarà se dice:
“Ci sarò quando l’onda se n’è andata”.
MARIANNE MOORE
IL TALENTO SPIEGA ALL’AMORE QUALCOSA DI DIFFICILE
Questo almeno: non voglio
finire a proverbi. Ventotto
anni ci mantiene il padre, poi caffé,
libri, un brodo in solitudine. Ma più
triste è spiegare ch’è il tuo, questo, modo
giusto di stare al mondo. E devi
farcela, col duro elastico della lingua. Lei
il baule del viso lo posò, gli occhi due
schiavi, nel profondo. Si concentrava per
combattere e insieme
moriva un nucleo sodo. Il vecchio
destino va trattato bene, è delicato. Dove
guarderò, avendola davanti? Mi cambierò
camicia e sposterò con la mano
il muro, quasi fosse una tenda. Poteva
insolitamente darmi di più un trasloco.
Ma lei lì, bianca e floscia
di ragione, ed era proprio la casa dappertutto
che casca con radici più ossa d’una persona.
Ventotto anni per un brodo, in questo
sporco posto piccolo della gente. Impari
solo così che si è
grandi diventando altro da sé, come niente
di sé è un mostro. Resti dura
la crosta, tesoro, nei cieli. Se poi
non riesci, riprovi. E tale
tentativo è l’angoscia.
CRISTINA ANNINO
Utenti on-line
Ci sono attualmente 21 Users Online