Approfondimenti
QUATTRO SCIVOLATE SU RENEÈ ASHLEY
There Is
nothing left to worship.
The three-tined sun is on a string.
A chain to hang you on.
A rope to coil when you’re done.
Lately, a sharp-winged bird skims the dusk
dragging the web-footed dark.
Up there down there.
Foreground. Background.
What you can swing from.
Non c’è
più niente da venerare.
La stella a tre punte appesa al filo.
Una catena dove appenderti.
Una corda da riporre quando hai fatto.
Ultimamente, un uccello dalle ali aguzze solca
il tramonto trascina il buio con i suoi piedi palmati.
Di qua e di là, sopra e sotto.
Ribalta. Sfondo.
Da cui puoi penzolare.
The shame fragment
Harmony, simmetry, the slipping past
or through – and there between clapper
and bell, bottle and lip, the room of no
and every motion: shame with its wet
tongues, its aggravated eye. Shame
wound about your head like tarry air ––
the stink and stymie and the damp soul
sweating it out between the skin and
what thrives –– in no space at all –– inside.
Il pezzo della vergogna
Armonia, simmetria, l’attraversare o
passare oltre –– e lì tra l’incudine e
il martello, la bottiglia e il labbro, lo spazio
di tutti e nessun gesto: la vergogna con le sue
lingue umide, l’occhio bieco. La vergogna
ti pesa addosso come un’aria di catrame ––
l’odore e l’impiccio e l’anima salmastra che
la trasudano fuori tra la pelle e tutto quello
che prospera –– zero spazio –– al suo interno.
Charity
The sun rises for the dogs who are blinded
by light. One day strides with its strong legs
into the next. Charity works in the passing.
And the woman is grateful for her heart which
lets her down, thankful for foxglove blooming,
taller than her hopes, in the spotted light beyond
the wall. A brown toad pulses, a worm makes
good dirt –– a woman takes her heart for a walk.
All light will rise like heat. Shadow fall nearer
the ground; poppies guard their purple cunning.
Such heart beats in her –– good darkness, untold
blunders –– a blind dog finding its long, late way
Carità
Il sole sorge per i cani resi ciechi dalla luce.
Un giorno scivola nel successivo con le sue
gambe forti. La carità agisce nel passaggio.
E la donna ringrazia il suo cuore che la lascia
a terra, è grata al fiorire della digitale, più alta
di quanto sperasse, nella luce a chiazze di là
del muro. Un rospo bruno palpita, un verme ara
il suolo –– una donna porta a passeggio il suo cuore.
La luce si innalzerà come il calore. L’ombra cade
più vicina al suolo; i papaveri sorvegliano la propria grazia
purpurea. Uguale il cuore le batte dentro – oscurità amica,
inciampo non detto –– un cane cieco trova tardi la sua strada.
It is very often as though
We live softly damned, damnation
a small thing built into the body. All
around us: apples and auguries, poems
that speak the small prayers which keep
a weary heart singing. And when we
grasp that small music, incomplete,
approximate, fallible as the body of flesh
that lives to bear it, we can rise up, oh ––
we rise and we damn near catch the fire
Spesso…
Viviamo una lieve dannazione, una dannazione
di poca cosa abborracciata nel corpo. Tutto attorno
a noi: mele e pronostici, poemi
salmodiano le minute preghiere che fanno sì
un cuore già stanco canti. Non appena
cogliamo quella minuta melodia, incompleta
imprecisa, fallibile come lo è la carne che può
sopportarla, ci alziamo, oh! –– ci alziamo
a testa alta quasi ne rubiamo il dannatissimo fuoco
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