Attacco di vomito

Per me è sempre un evento sorprendente vedere come non mi si fa caso. Sono debole di memoria.

La fatica di respirare meriterebbe un salario.

La vita è sempre uno stato di grazia. Per questo mi risulta ripugnante, e Dio è una parola confortevole, di Dio non si butta via niente, come del maiale.

L’alternativa è questa: Dio, che è un gioco, o l’uomo, che è uno scherzo. E io non scherzo.

È meglio che tu mi stia lontano, prossimo mio, io sono cristiano e ti amo quanto me.

Vomito. Il vomito è un repentino attacco di lucidità.

La mia tristezza è la mia ricchezza, e non è condivisibile con nessuno, la sperpero per me, e solo per me.

La madre e il padre sono per me come la lebbra e il colera. Se non lo sono per voi, io non ne ho colpa.

Per vedere nella Madonna una madre bisogna essere cattolici, cioè ammoscia cazzi di vocazione.
San Giuseppe s’interessa a madri, padri e bambini. A me interessano le troie, come allo Spirito Santo.

Vomito, è un attacco d’amore. Un acido in cui far sparire il cadavere che mi vive: lo sguardo su di te.