Cristina 1

a cura di Giorgio Galli 

Firenze, 22 maggio 2020

Ciao Chris. Sto bene, ma mi sento vulnerabile. Ho smesso di fare fotografie perché mi sembra di essere satura e sono inquieta in un modo che non so spiegare. Ho molto da fare, tra il lavoro, Alfredo e Jacopo. A volte, e lo dico solo a te perché so che non mi fraintendi, provo perfino invidia per Jacopo: lui non deve essere cortese e brillante con nessuno, non deve scendere a compromessi, infangarsi con la vita come facciamo noi. Il fatto è che non riesco a vedere mio figlio come “un ragazzo autistico”: lo vedo più simile ai gatti, chiuso nelle sue abitudini e spaventato da tutto ciò che ne esula. Dentro di lui c’è un mondo di cose immobili, un mondo minerale. Se fotografassi il suo mondo non ne verrebbe fuori il canto di un’anima, ma la musica della materia non vivente, dei fossili, dei detriti, dei conglomerati. Un mondo corallino. Riesco a spiegarmi? Vado poco d’accordo, ultimamente, con le parole, e riesco poco anche a leggere.

Un abbraccio Chris, e speriamo di rivederci presto. Un saluto anche da Alfredo e da Romeo che mi fa le fusa mentre scrivo.

Firenze, 28 maggio

Chris, sto leggendo una raccolta delle lettere di Van Gogh. Non era quell’essere distrutto che ci hanno tramandato i film. Certo stava male. Ma era anche lucido. Era ben consapevole di ciò che si muoveva nella pittura del suo tempo, era categorico nei giudizi, era estremamente indipendente e se ne fregava dell’opinione altrui. Voleva costruire una comunità di artisti perché -diceva- così non sarebbero stati tanti emarginati, ma un’organizzazione. Non gli è riuscito per le solite invidie e rivalità tra artisti -niente di nuovo sotto il sole. Insomma era un uomo forte, a dispetto della malattia mentale e della vita che conduceva. Lo hai mai visto così?

Ti abbraccio ogni vertebra, ogni vena
Lore

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