Approfondimenti
Cristina II
a cura di Giorgio Galli
Firenze, 1 giugno
Christian caro,
sono molto stanca, lavoro e non ho tempo per fotografare. Il fatto che io sia in pausa con la fotografia come tu lo sei con la scrittura non fa che rafforzare il mio affetto per te, mi fa sentire che le nostre anime seguono un percorso comune. Ti sento fratello nella crisi come ti ho sentito fratello nella produttività.
Oggi sono andata in uno dei posti dove vado quando ho bisogno di ricrearmi. Ti farà sorridere sapere che è un cimitero. Ad altri fa impressione, io lì mi sento in pace, il silenzio dei morti scarcera tutte le mie voci.
Ti voglio bene,
la tua Lore
Roma, 2 giugno
Lore, cara,
stasera solo un saluto, sono povero di parole. Mi sento colmo, ma, come spesso accade in questi momenti, le comunicazioni col mondo si interrompono e non so dir nulla. Ti abbraccio forte e ti mando una carissima buonanotte. Ti saluta anche Ilaria
Chris
Firenze, 3 giugno
Chris, ti ho sognato ma non saprei raccontarti il sogno. C’eri tu che lavoravi per il presidente della Repubblica e gli spedivi delle lettere e avevi un rapporto affettuoso con lui. E c’ero io che ti venivo a trovare mentre lavoravi. Ma non so dirti cosa altro ci fosse nel mio sogno.
Di chi sono quelle fotografie che hai pubblicato ieri su Facebook? Sono bellissime.
Roma, 4 giugno
Lore, mi fa piacere che entusiasmino anche te. Io le trovo di una straordinaria bellezza, ma purtroppo non ho idea di chi sia il fotografo. Ho trovato a un mercatino dell’usato due casse piene di fotografie e soprattutto di negativi. Li sto sviluppando a poco a poco, perché svilupparli tutti insieme mi costerebbe un mutuo, e sto scoprendo un mondo che mi ipnotizza. Ma non so dirti altro se non che su una delle due casse c’è scritto “Cristina M.” Tu conosci una fotografa con questo nome? Lo stile delle immagini ti ricorda qualcuno? Vorrei tanto potermi complimentare con l’autore o autrice.
Chris
PS un piccolo editore di Roma sembra interessato ai miei racconti. Incrociamo le dita. Sarebbe la mia terza pubblicazione e la prima dopo tre anni, e servirebbe davvero a darmi una scossa. Invece, si dicono brutte cose a lavoro, qualcuno ipotizza che chiuderemo…
Firenze, 5 giugno
Caro amico,
non immaginavo che il tuo lavoro fosse a rischio. Scusami, mi sono concentrata sui miei problemi e forse non ti ho ascoltato abbastanza.
Sono felicissima invece per il tuo libro di racconti. Appena è in bozza mandamelo, voglio essere la prima a leggerlo. Sentivo che si stava muovendo qualcosa per la tua scrittura, non so come spiegarlo, era un presentimento. So cosa mi risponderai: non scrivo da mesi, eccetera. Ma anche rielaborare vecchi scritti è un’azione creativa. Poi questa notizia magari ti ridà quell’energia, quella fiducia nella tua scrittura che avevi perso. Io sono accanto a te nel lavoro delle tue notti e ti tengo abbracciato e ti faccio forza.
Riguardo alle fotografie, sono sbalordita. C’è veramente della grazia in queste immagini. Riesci a sapere qualcosa di più sull’autore o autrice? Sono foto molto vecchie, a giudicare da quello che ritraggono, e c’è anche il caso che non sia più vivo.
Sto per crollare dalla stanchezza, ho raccolto i miei ultimi pensieri in questa lettera. Vado a dormire, non prima però di averti detto che sono orgogliosa di te.
Roma, 6 giugno
Cara Lore,
come tutti i lavori, anche il mio risente degli effetti del Covid. Per tutta la quarantena siamo stati in cassa integrazione. I precari sono stati licenziati. Adesso stiamo lavorando da casa, ma non ci hanno nascosto che la situazione è seria. Non so fare previsioni e nemmeno so cosa farei se venissi licenziato. Ti so solo dire che l’idea di tornare disoccupato mi atterrisce anche a livello di parola: in questi anni ho potuto sentirmi “un rappresentante”, il che non mi faceva impazzire, ma perlomeno mi permetteva di essere altra cosa da “un disoccupato”. Il solo pensiero di ricadere in quella condizione mi distrugge.
Dicevano che la quarantena ci avrebbe resi migliori o peggiori. A me sembra che siamo gli stessi italiani di prima, cattivi come prima. Personalmente, l’unica cosa che ho imparato durante il lockdown è a trattenere la pipì all’aperto perché non c’erano bar in cui andare a farla. Altri magari hanno tratto da quell’esperienza insegnamenti più metafisici.
Dell’autrice misteriosa delle foto conosco solo un frammento di nome: Cristina M. È questo il nome scritto sulla cassa. Posso provare a chiedere al mercatino, ma temo che mi potranno dire poco per ragioni di privacy.
Ciao, abbracciami forte Alfredo.
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