Approfondimenti
Da qualcuno a nessuno
Sveglio alle sei perché mi piaceva l’idea di assistere a una messa tra peccatori insonni. Sono piuttosto distratto e il concerto sarà alle otto di sera.
Ogni domenica ad Amsterdam è la mattina di Capodanno.
I musicisti non sono ancora andati a letto, bottiglie di Prosecco e lattine di Redbull, pochi i coffee shop aperti e le puttane in vetrina.
Preservativi e ossa di pollo sul pavet.
Aironi e gabbiani festeggiano con la spazzatura, tutti i gatti della città dormono sulla soglia.
Tu, sei sempre nel mio cuore.
(P. S. Dolci)
Siamo salariati del sogno, disse qualcuno. Essere salariati del sogno non significa avere un salario da sogno, significa avere il sogno di un salario. Siedo su una panchina fuori dalla mura di La Guardia, nella Rioja alavesa, davanti ai monti della Sierra de Toloño. Fumo. Muoio di freddo. Su una panchina davanti al Cremlino può apparire Azazel, Dio che si fa forte; o può apparire, Azazel, su una panchina del Parque de San Telmo a Las Palmas. Dio si fa forte ora, a La Guardia, dicendomi che ogni parola deve ammutolire, come i fuochi d’artificio si spengono nella loro esplosione. E Azazel ha cura che la scatola delle mie ceneri sia quasi vuota.
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