Dialoghi con Amin di Giovanni Ibello

 

È questo il destino dei corpi:
le amnesie lunari,
la lesione tellurica del buio.
Mai nessuno / ci ha chiesto di essere vivi.

*
cimitero sorto per incantesimo

Un salmodiare di fuochi estinti,
gerani divelti sul davanzale.
Lui che posiziona la donna verso il Nord,
lui che ama / nell’aurora boreale.

*

Morte all’incanto,
alba di macellazione.
Un vitellino soffia alla luna:
sei tu l’hiroshima dello splendore.
Sei tu la mia regina assira,
l’ambasciata del vento,
la poesia che mi farà sole.

*

Quando tutto sarà finito
sarà il sonno a irrigidire gli occhi
ma prima della fine
c’è una retrospettiva lenta dell’infanzia,
una campionatura degli amori.
Poi il respiro si risolve
in un orgasmo neuronale,
è come un’implosione di pianeti nella mente
una turbativa siderale
del corpo che ritorna seme.

Giovanni Ibello, da “Dialoghi con Amin” (Crocetti Editore 2022)
Immagine: Shaden Brooke