Guasti. Voland ed.2018, Giorgia Tribuiani.

a cura di Giovanna Giolla

Senza titolo

“Guasti”, il romanzo di Giorgia, è secondo me uno degli esordi più “svitati” del panorama italiano. Svitato perché la scrittrice non cerca tra i trafiletti di giornale, tra l’epopea tragica del mondo contemporaneo e le grandi questioni della rete, un tema forte; nonostante questo l’argomento del romanzo è tra i più affascinanti perché in questo libro (che è anche una luminosa favola) si parla di una cosa che possono fare tutti: decidere che fare del proprio corpo dopo la morte. Oggi c’è anche la possibilità di farsi plastinare ed essere esposti agli occhi delle persone.

La nostra Cenerentola Giada, impasticcata, innamorata, ossessionata, è l’attrice del palcoscenico dove tutti i giorni viene esposto il suo defunto fidanzato. Attorno a lei non manca l’attenzione alle sue smorfie, ai suoi sentimenti, alle sue fragilità; ma soprattutto al corpo nudo di lui, genitali compresi.

In linea con la grande questione del nostro nuovo secolo, Giorgia parla anche di comunicazione dove è evidente che la comunicazione quasi non esiste più, perché il tasso di discognitività aumenta giorno dopo giorno e l’analfabetizzazione disfunzionale fa sì che le persone non comprendano il contesto: bombardate da miliardi di notizie, restano intrappolate da qualcosa che sembra “Il diamante grosso come l’hotel Ritz” quando in realtà sono solo ombre di modelli perduti.

Giada ha dignità, mostra eleganza nel suo lutto-dolore e, nonostante possa apparire un’allucinata, in realtà è presente, partecipando con ogni suo senso a ogni istante, a ogni scambio umano, a ogni piccolo cambiamento con un’umanità che ti prende per mano.
La rabbia e la rivalsa si rivelano i suoi sentimenti autentici, scaturiti dal fatto che il suo defunto amore l’abbia chiusa in una storia dove lei non può più essere costretta a recitare una parte.

Durante tutta la lettura di “Guasti” ho avuto spesso il lapsus di confondere il titolo con “Tagli”: la protagonista infatti potrebbe diventare l’emblema di chi è in grado di “tagliare” con le situazioni dolorose.

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Guasti. Voland ed.2018, Giorgia Tribuiani.