Approfondimenti
Ho chiesto di vivere ancora, non per sempre
Logan February – traduzione e cura di Elisa Audino
Logan February è un poeta nigeriano non binario, compositore e studente di scrittura creativa alla Purdue University. I suoi testi sono comparsi su The Guardian Life, Dazed, The Rumpus, Lambda Literary, Washington Square Review, Africa In Dialogue e altri. Le tre poesie tradotte fanno parte della raccolta In The Nude, pubblicata con la casa editrice Ouida Books diretta da Lola Shoneyin. Nel 2020 ha vinto il premio ‘The Future Awards Africa Prize for Literature’, uno dei riconoscimenti più importanti per i giovani nigeriani.
Nell’immagine: Logan February, fotografia di Weiji Wang
Lazzaro, drogato
Ci ho provato a tornare a dormire. Continuo a fallire – la cosa non mi sorprende. Strisce infinite di candida garza si disseminano sui pavimenti neri. Questa mattina, il lavandino della cucina ha tossito minuscoli mucchi di pallida sabbia, cosparsi di zampette rosse di formiche che lente ricompattano i propri corpi in colonia. Sta risalendo tutto dal basso, il sangue sta scaricando nel midollo. Ho tutto questo amore per il mio ragazzo & dove va lui se non nella tana del lupo? La casa si leva via il tetto e sbatte fuori le tende. Non ho mai visto stanze più vuote di queste, perciò mi sono messo questa fascia sugli occhi. Ora odio ogni cosa che sento. Tutte le notti per un mese il mio usignolo morto canta gli auguri di compleanno. C’è una tazza di latte freddo seduta là fuori, per quando arriva il trauma. Quel povero, umido micino.
Lascio il letto disfatto perché ogni cosa qui è nuova & mi annoia. Ho chiesto di vivere ancora, non per sempre.
Lazarus, Drugged Up
I’ve been trying to get back to sleep. I keep falling – this is no surprise. Endless swathes of white bandage litter the black floors. This morning, the kitchen sink coughed up a small heap of pale sand, speckled with the red limbs of ants slowly rebuilding their bodies into a colony. All is coming up from low places, blood draining back into marrow. I have all this love for my boy & where does he go but the wolves’ den? The house takes off its roof and shakes out its curtains. I have never seen rooms as empty as these, so I put on a blindfold. Now I hate how much I can hear. Every night for a month, my dead bird sings the birthday song. There’s a bowl of cold milk sitting outside, for trauma when it comes. That poor, wet kitten.
I leave my bed unmade because everything here is new & that bothers me. I asked to live again, not forever.
Pitanga
I pavimenti della memoria sono di vetro, che significa
la medicina non sta funzionando, che significa
sono di nuovo sul pavimento, che significa
è luglio, che significa
le pitanghe sono in fiore, che significa
stanno dipingendo i rami di rosso, che significa
sembrano di fuoco, che significa
sto provando a prenderne uno, che significa
sono ancora attratto dal pericolo, che significa
potrei volerti ancora, che significa
sei ancora un buco nero, che significa
sei dove io sparisco, che significa
sto per innamorarmi di te, che significa
sto ancora cercando di sparire, che significa
la medicina non sta funzionando, che significa
sono ancora malato nella testa, che significa
avevo ragione, che significa
avevo torto, che significa
non posso fidarmi di me stesso, che significa
non posso fidarmi di te, che significa
non posso fidarmi di nulla, che significa
ho bisogno della medicina, che significa
ospedale, che significa
è ottobre, che significa
le ciliegie dovrebbero essere finite, che significa
questo non è reale, che significa
la medicina non sta funzionando, che significa
i pavimenti della memoria sono di vetro, che significa
ci sto cadendo dentro, che significa
nessuno è qui per prendermi, che significa
tu non sei qui.
Pitanga
The floors of memory are glass, which means
the medicine isn’t working, which means
I am back on the floor, which means
it is July, which means
the pitanga are in bloom, which means
they are painting the shrubs red, which means
they look like fire, which means
I’m going to try to pick them, which means
I’m still attracted to danger, which means
I could want you again, which means
you are will a block hole, which means
you are where I disappear, which means
I’m going to love you, which means
I’m still trying to disappear, which means
the medicine isn’t working, which means
I’m stil sick in the head, which means
I was right, which means
I was wrong, which means
I can’t trust myself, which means
I can’t trust you, which means
I can’t trust anything, which means
I need medicine, wich means
hospital, which means
it is October, which means
the cherries should be gone, which means
this isn’t real, which means
the medicine isn’t working, which means
the floors of memory are glass, which means
I am falling through, which means
no one is there to catch me, which means
you are not there.
Non amo niente che non possa stare nelle mie mani
Dopo Hanif Willis-Abdurraqib
Io non amo niente
che non possa stare nelle mie mani.
Ma c’è da dire, ho delle grandi mani.
Cerco piccole cose
così posso amare tante cose:
la mia pietra della fortuna senza forma,
una catena della porta arrugginita,
una graffetta per le voglie inconsce,
il cuore a forma di conchiglia del mio ragazzo,
bianco come una perla e senza sangue.
Ognuno di noi è lo sfavorito nella propria storia –
che male c’è nel salvare un angolino dentro di me?
Non stiamo tutti cercando
di nascondere qualcosa,
di trafugare il tepore di una bestia?
Nostalgia di casa nella mia camera da letto,
non voglio mostrare la mia faccia fino a che
i miei occhi sono ancora vivi.
Buonanotte, finestra.
Buonanotte, parete.
Buonanotte, fratellino.
Buonanotte, notte.
I Do Not Love Anything That Can’t Fit in my hands
After Hanif Willis-Abdurraqib
I do not love anything
that can’t fit in my hands.
But then again, I have big hands.
I go for the little things
so I can love a lot of things:
my shapeless lucky stone,
a rusty door-chain,
a paperclip for the inside itch,
my boyfriend’s conch-shaped heart,
white as a pearl and bloodless.
Everyone’s the underdog in their own story –
what’s the harm in saving space inside me?
Aren’t we all trying
to hide something,
to smuggle in a warm beast?
Homesick in my own bedroom,
I won’t show my face until
my eyes are alive again.
Goodnight, window.
Goodnight, wall.
Goodnight, little brother.
Goddnight, night.
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