Interviste
Lei viene da un’isola che aveva voluto costruire il paradiso (II)
intervista a Zoé Valdés
a cura di Elisa Audino
2- In Anatomia di uno sguardo sono presenti anche note biografiche, ricordi. A un certo punto, lei scrive «la prima poesia servì a placare la fame a me e al mio fidanzato: un piatto di fagioli neri, riso bianco, carne di maiale fritta, banane fritte e una bibita». Che tipo di fame ha oggi?
Valdés: Molti anni fa, quando ero una giovane poetessa, all’Avana, e ogni giovedì andavo a trovare una grande donna, scrittrice, poetessa, coraggiosa cubana, Dulce María Loynaz, già verso la fine dei suoi anni, lei mi avvertì che la poesia si scriveva da giovani, che la vecchiaia non era una buona consigliera per scrivere poesia. È l’unica cosa che non ho ascoltato, il suo unico consiglio che non ho seguito, tra i tanti preziosi che mi ha dato. Adesso sono ufficialmente una donna matura, eppure non ho abbandonato la poesia e, soprattutto, loro (la poesia e Dulce María Loynaz) non hanno abbandonato me.
Leggendola si immagina uno sguardo fiero, nella passione, nelle idee politiche, nell’affrontare la vita. C’è mai stato spazio per la paura?
Valdés: Tutte le cose che lei ha citato sono risposte definitive alla paura. Sì, c’è stato spazio per la paura, e c’è ancora, ma la affronto ogni giorno con coraggio, ardore (parola che ho inventato, per fedeltà, ma per evitare di citare un nome abominevole…) con passione, anche se adesso con più ragione, idee, pensiero.
BATTO IL TEMPO DI GUILLERMO PORTABALES
Mentre Riqui Ricardo
Si sistema il glande da un lato
E io mi depilo le ascelle
Le gambe le ciglia il pube
Prima me lo tingevo di biondo
Il pube biondo cenere
Proprio come la mia adorata Marilyn
Guillermo Portabales canticchia
Che quando se ne andò da Cuba
Lasciò la sua vita
Lasciò il suo amore
Io tutto il contrario
Feci entrare nella mia vita
La Luna avanera
E il mio amore e io
Ricominciammo da zero
In questo esilio che è
Più che un castigo
Perché è un canto
Al pellegrinaggio inutile
Anche se in questa dolce mattina
Finalmente soleggiata a Parigi
Riqui Ricardo si aggiusta il pene
Verso il lato incantevole del
Suo desiderio
E io mi depilo
Non è un atto di protesta
Se lo fosse
Dovrei lisciarmi i peli
Ma in questo momento vivere è
Protestare
E le chiacchiere mi tormentano
Tacete i vestiti presto i vestiti
Luna rientrerà da un momento all’altro
Dalla scuola.
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