INTERVISTA A GIACOMO VOLI JOCKER

The italian ROCKERMAN

Diremmo pure ‘Giacomone da Correggio’, se vivessimo in un’altra Epoca.

Nel 2014 ‘lui’ è Jocker.

Il Folle ‘apparente’ degli anni ’40, forse personaggio Musa dal carattere schizo precursore di un pentagramma elettrico ‘roccioso’che avrebbe infettato milioni di persone nei decenni a venire.

Il giovane emergente degli anni Duemila, ben strutturato nell’effige come nella preparazione artistica, si presta a più varianti di appellativi, prospettive artistiche, opzioni di linguaggio. Giacomo Voli, l’ugola da ribalte d’oro, dipinge spirali ascendenti limpide e imponenti. Very strong! Afferma il proprio talento saltando da un palco all’altro, fra presenze di pubblico in incessanti cabrate.

Concerti in ogni parte d’Italia e un corposo repertorio acchiappa e spacca.

La sua, una voce scrigno. Ha il dono del ‘plettro acustico’: le corde vocali vibrano, scattano tirando assoli portentosi, brivido per timpani ed occhi che assistono stupefatti alla scalata di colonne di note dal gusto tonico; picchi che conservano echi di storia: classici della grande Scuola della musica Rock. Schiudendo il suo talento, Giacomo Voli offre ai cultori d’ogni età un prezioso contributo alla riscoperta di quella discografia molto amata da tante generazioni; discografia che – a volersi rinnovare con una bella sferzata – oggi dovrebbe star pronta ad accoglierlo pienamente con un posto ufficiale e riconoscergli quell’importanza che andrebbe cristallizzata in un primo disco d’inediti già atteso da migliaia di persone ammaliate dall’anima gentile e fresca del cantante.

Il Rock, identità musicale permeata di riferimenti alla Classica, tocca corde spirituali; come una scatola misteriosa rivestita in pelle nera, contiene LA Musica.. È pop per cultura e soul per sentimento, jazz nel fluire e gospel nel respiro, hard&heavy nel ventre; si lancia nella proiezione ritmica del futuro mentre trattiene la mano all’ultimo Novecento, calzando in testa una parrucca di Mozart dalla quale sfuggono dinoccolate le ciocche di Beethoven su un mantello spiegato al vento d’una notte di piena.

La Signora Voce di Giacomo Voli – rappresentante di valore dei valori di questo duraturo percorso nel tempo – racconta storie dalle tinte imprevedibili. Ne constatiamo l’originalità ad ogni Concerto.

Giacomo è l’uomo Jocker che può far rinnovare un ‘genere’e onorarne la solennità, per conto di tutti coloro che amano il Rock e vivono la Musica nella sua interezza. Cantante poliedrico e capace di condurre agilmente un discorso ‘moderno’ aperto sia a giovanissimi sia ai maturi, sa come parlare in musica attraverso fremiti carnali e interpretazioni intimiste.

È qui, che guarda con occhi curiosi la luce del sole colorare l’ambiente.
Gli domando subito, a bruciapelo: Giacomo, perché il Rock?

RISPOSTA:
Perché attraverso il Rock mi sento libero! Apprezzo davvero tantissimi altri generi, infatti, oltre alla durezza del genere suddetto, ho bisogno anche della dolcezza delle ballate…

Così, le dita dei suoi piedi – nudi, paralleli e rilassati sul pavimento – si muovono come sulla tastiera di un pianoforte.

Quindi, mi vien da dirgli: il piacere che si prova nell’ascolto del Rock è differente da quello dell’assimilazione di atmosfere jazz, o dall’estasi ‘mistica’ di una Suite… Puoi parlaci delle tue sensazioni, di come vivi l’immersione nel vasto seppur non sconfinato repertorio Rock?

RISPOSTA:
Mi ci sento bene perché in realtà il termine ‘Rock’ comprende tantissimo, un’evoluzione di decenni di musica. Mi piace il suono della chitarra elettrica, magari (quando si può) associata all’orchestra, al pianoforte, a suoni elettronici… Fa sentire vivi! Il tutto combinato con melodie vocali appropriate. 

Sì, comprendo il tuo desiderio di volerti avvicinare alle Orchestre. Qualche mese addietro, Piero Pelù riferendosi al magnifico risultato della vostra collaborazione, mediante il percorso attraverso il mezzo televisivo (il suo brano Rimedio cantato da te in Top vendite), sulla propria pagina Facebook ha scritto pubblicamente: “La nostra piccola rivoluzione è stata fatta. Ma il Rock fa ancora paura?” Secondo la tua esperienza e ciò che rilevi da quel che ti succede intorno, credi che in questa Italia possa esser visto ancora elemento di disturbo o rappresentare un possibile veicolo di ribellione e rivalsa sul sistema?

RISPOSTA :
Beh, penso possa risultare non proprio naturale soffermarsi a periziare tutta la “dietrologia” di una proposta musicale, artistica. È vero, occorrono sempre e comunque contenuti e spessore ma è un viaggio complicato, sia per i testi che per la musica. Nella mia ricerca preferisco mantenere una linea di serenità, senza perdermi in elucubrazioni, almeno per il momento. Questo è un modo, per me, di agire in libertà e per la libertà. Penso sia un buon metodo, per avviare bene questo lavoro che è quel che più mi piace più fare. (sorriso solare del Jack) Approfondire il significato della parola “libertà” credo sia fonte inesauribile di spunti; coinvolge davvero molti campi e non ha ‘Tempo’.

Ecco, ricorda quasi Vivere il tuo tempo di Piero! Cosa vorresti liberare con la tua voce? Quale l’intento?

RISPOSTA:
Vorrei liberare la carica, la mia voglia di raccontare quello che ho dentro. Spero di riuscirci!

Giacomo Voli sta preparando il suo primo disco. Sarà festoso o rigoroso? Che carattere vorrà conferirgli? Quale sarà il ‘peccato’ di gola? Cosa si sarà prefissato di compiere e come starà elaborando il suo progetto? Preparerà la copertina? Sarà disegnata da lui?

RISPOSTA:
Certamente l’artwork sarà mio!!! (esclamazione Rock!)
Non mi sono prefissato un argomento specifico. Mi è chiaro che per entrare nel cuore delle persone devo raccontare qualcosa che fa parte di me. Se sarò fedele a questo allora ogni risultato sarà buono, comunque vada avrò messo il mio cuore in quel che faccio!

Dimmi: il mood che attendi o che ricrei. Presenze onnipresenti o variabili, nei tuoi pensieri di compositore?

RISPOSTA:
Scrivo mentre sono in giro, quando viaggio in treno.. eheh, sveliamo i segreti! Non attendo l’ispirazione, ecco. Mi sento in continuo attingere e creare, poi butto giù in qualunque momento o luogo. Ho la fissa riguardo alla qualità del pezzo al di là del cantato e delle parole. Mi ci dedico totalmente.

Giacomo, nel tuo canto la giostra timbrica ti permette l’espressione di tantissime intenzioni. I toni più bassi sono molto belli e toccanti. Puoi lasciarti andare a soluzioni virtuosistiche così come alla mera improvvisazione ‘sporca’. I momenti che preferisci, quando canti; quali sono i tuoi piaceri?

RISPOSTA:
Visto appunto che amo giostrarmi non ho un’unica ricetta… Cerco di essere musicale e piacevole nelle linee vocali, spaziare dal basso all’alto all’interno del pezzo, anche se spero di potermi concedere a brani morbidi e potermi far riconoscere anche in toni pacati.

Parliamo un po’ della tua giornata. Impartire lezioni di canto, perfezionare il tuo canto. Provare con il gruppo, condurre il concerto. Comporre, arrangiare. Programmi compositi e multi variegati di tutti i giorni, adesso. La tua prossima agenda 2015, contempla anche l’estero? Te lo auguriamo.

RISPOSTA:
Chi può dirlo! (emerge di nuovo un gran sorriso) Me lo auguro, anche se credo che in Italia ci siano davvero tante persone che aspettano del buon Rock nella nostra amata e difficile lingua.

Desiderio. Il concerto che tu, invece, vuoi andar a vedere in qualità di spettatore? E per qual motivo?

RISPOSTA:
Me stesso! Vorrei vedere me stesso. So che è una risposta molto egocentrica ma vivo con la sofferenza di non poter capire cosa si prova ascoltandomi. Non potrò mai sdoppiarmi, essere sotto il palco per capire cosa va e cosa non va, se trasmetto, se risulto sincero… dove posso migliorare. Sono molto pignolo e cerco di crescere e correggere le imperfezioni riguardando tutti i video, ma non sarà mai la stessa cosa.

Ci racconti come hai scelto i tuoi compagni di viaggio? Ho visto il tuo concerto dal vivo a Roma, presso la struttura dell’Airport One ed è stato strepitoso; sono tutti strumentisti bravissimi! Grande tenuta di palco, compattezza d’insieme, grinta paurosa, preparazione, presenza scenica…

RISPOSTA:
È stata una scelta naturale! Mattia Rubizzi (tastiere) lo conosco da dieci anni, e quando ci si sopporta da dieci anni è amore (ride di gusto). Riccardo Bacchi è un chitarrista di quelli che ha uno stile personale, cura tantissimo il suono e sembra un lupo con un cuore di pane! Federico Festa ha tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un bassista: un suono bellissimo, atteggiamento sul palco perfetto… e poi è bello da abbracciare (sorriso 360°). Demis Castellari (batteria) è un vulcano divertente; non ci sono altre parole! Completamente folle, batterista tecnico e coinvolgente allo stesso tempo. Sono felice di aver scelto questo Team!

Proiettiamoci verso una bella autostrada. Vogliamo fare un appello ai colleghi artisti con i quali avresti voglia di attivare una collaborazione? Per un’ipotesi di cd: Jocker feat?

RISPOSTA:
Ehh… Tanti! Elisa, Battiato, Subsonica, Caparezza, Dylan Magon, Andreazzurra, Daria Biancardi, ma ce ne sarebbero un’infinità anche all’estero. 

Voli, al volo:

1) Giacomo Voli: Brian Johnson o Bruce Dickinson? –> Acc… devo scegliere?? Brian Dickinson!
2) Sopra il palco o sotto i riflettori? –> Ahahah… mi avvalgo della facoltà di non rispondere!
3) In televisione: Rock in broccato o jeans sfrangiato? —> Rock imbroccato!
4) Da credente, Jack: ma chi è il dio del Rock? –> Mmmmh… Steve Tyler?
5) Lingue straniere: inglese per sempre o .. Esperanto buongiorno mondo? –> Italiano e inglese. Beh, allora.. Inglitaliano?!

PER IL VIDEO:

1)Gli esercizi vocali quotidiani – diurni e serali
2)I rituali prima del Concerto – tecnici e scaramantici
3)La stilizzazione grafica di un tuo acuto – aiuto!
4)L’espressione massima della tua nota più grave/profonda – senza censura
5)Giacomo Voli imita Giacomo Voli Jocker
6)Saluto rock – saluto pop – saluto prock – saluto jazz – saluto soul – saluto funk – saluto blues – saluto gospel – saluto rnb – saluto barocco – saluto stornello romano – saluto neo melodico napoletano – saluto heavy – saluto ’07.00 a.m.’ – saluto ‘23.58 p.m.’ (two min. to midnight) in Màntua.

Auspichiamo per te l’apertura di una finestra sul Bel Paese. Anzi: d’un bel balcone. Anzi, di un terrazzo con vista panoramica. Che tutti si accorgano concretamente del tuo sorriso sonoro.
L’animo di Giacomo Voli non è esclusivamente Rock, è irradiato da tutto il pentagramma.