Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura, parte 1

‘Pubblicare ci pubblicano editori con nomi così strani che appena un distributore li sente rammentare scappa via a gambe levate. Recensire ci recensisce solo l’amico che stampa una fanzine, la distribuisce porta a porta e qualche copia le spedisce pure con i francobolli non timbrati che stacca dalle buste dell’ufficio. Porte chiuse ovunque, per noi. Mica siamo la Renault. Mica ci chiamiamo Alessandro Baricco. Mica abbiamo fondato la prima rivista letteraria italiana. Mica si traduce il russo e le lingue slave. Al massimo lo spagnolo che pure chi non lo sa è capace di fare una traduzione.’

 

Gordiano Lupi, autore, traduttore, critico, fondatore della rivista Il foglio letterario, diventata poi casa editrice indipendente. Innumerevoli le pubblicazioni, tra cui spiccano tre candidature allo Strega, saggi sui serial killer italiani e sulla commedia sexy italiana, dal criminale all’erotico, partecipazioni a trasmissioni televisive (Corrado Augias, speciali Tg, trasmissioni di approfondimento cinematografico), la traduzione di autori del calibro di Zoé Valdés e Virgilio Pinera, collaborazioni con La Stampa e Poesia di Crocetti. Io, però, vorrei tornare indietro e partire da un libricino apparentemente innocuo, un manuale di scrittura come mille altri trovato per un caso più o meno fortuito nella biblioteca privata di un anziano lettore, ma che si rivela poi un libello scritto con la veracità di un livornese di Piombino, che finisce con il parlare con se stesso, con il giudice divorzista, con i silenzi editoriali, Aldo Busi e le scuole Holden della situazione. Era il lontano 2004 e Gordiano Lupi aveva un autore cubano sconosciuto, tal Alejandro Torreguitart Ruiz, da piazzare da qualche parte. E ne aveva le scatole piene dei silenzi, dei no e delle risposte di autori qualificati come Aldo Busi:

 

«Sai chi mi ha scritto oggi?»

«No».

«Aldo Busi».

«Aldo Busi, quello che andava da Augias e adesso va da Costanzo?»

«No, Aldo Busi il poeta».

«Non conosco. Conosco quello che andava da Augias e adesso va da Costanzo».

«Sono la stessa persona».

«Ah, bene».

 

 

Un torrente Gordiano Lupi, con un vocabolario degno del migliore dei pianisti, che mi inonda di informazioni, testi e.…fumetti! bacchettandomi quando mi accontento del primo che capita. Conosce tutte le ottave e i gironi della letteratura (e del cinema!) e in fondo la sua toscana ironia cela solo a tratti la sua profonda erudizione, ma è molto attento a nascondere il personale, tanto è vero che speravo di tirare fuori un po’ di sagace goliardia, ma dai francesismi siamo passati a tutt’altro. Dal tirare fuori dal mazzo un autore dopo l’altro. Prosa, poesia, teatro dell’assurdo, cinema. Occorrerebbe una rubrica a parte per Gordiano Lupi.

 

 

continua […]