Istruzioni per vivere Erika L. Sánchez

Istruzioni per vivere
Erika L. Sánchez

Era il modo in cui l’estate mi aveva dato la caccia:
una sequenza di istruzioni
nelle pieghe di un fiore.
Come spiegare il fastidio per il sole,
la terribile meraviglia di essere vivi?
Fanculo a quei fottuti uccelli. Guardavo
il cielo per unirmi alle tempeste. Non avrei potuto
immaginarti veloce come il fulmine
tracciato con il dito, una canzone graffiata
sulla schiena. Soffrivo di non sapere.
Alla Festa della mamma mi ero inginocchiata e avevo implorato
per qualcosa che mi aiutasse. Forse Dio?
Avevo suonato “Here Comes the Sun” nel reparto psichiatrico e tutti
avevano guardato come tremavo. Questo,
non è vero avevo detto. Il sole
è già qui. La speranza era sottile
come un giunco. Come pulire il cielo –
una nuvola che funge da spina dorsale.
Non c’era alcun contenitore
per la mia disperazione. Ho visto sul tuo viso
una sequenza di istruzioni. Quando mi hai toccata, ho rinominato
il futuro: sii qui. Resta viva.
Una volta stavo correndo. Ti ho raccontato
come ho pianto? Avevo scorto una volpe –
la mia vita legata ai trucchi. Il passato
è il passato è il passato. Un’idea cresciuta
nel nome dell’ovvietà. Come
un innamorato diventa uno sconosciuto
e uno sconosciuto diventa un innamorato.
Posso odiare ciò che è vero, la sua
piena bellezza. Sto sempre
nella scuola dei morti:
una parentesi, un inciso, una numerazione.
Ti dico che il linguaggio è un fallimento,
una corda in attesa di essere pizzicata. Una canzone
amata che non si può risolvere. Qual è la differenza
tra rottura e rapimento? Nemmeno il sale.

The New Yorker, pubblicata nell’edizione cartacea del 26 ottobre 2020
 
Instructions for Living
By Erika L. Sánchez

It was the way summer hunted me:
a sequence of instructions
in the folds of a flower.
How do I explain the hatred of the sun,
the terrible wonder of being alive?
Fuck the fucking birds. I looked
to the sky to join the storms. I couldn’t
have imagined you, swift as the lightning
I traced with my finger, a song scratched
into a back. I ached with the not-knowing.
On Mother’s Day I knelt and begged
for something to help me. Is that God?
I played “Here Comes the Sun”
in the psych ward and everyone
watched as I shook. This
is not true, I said. The sun
is already here. Hope was slight
as an eyelash. How clean the sky—
a cloud that posed as a spine.
There was no container
for my despair. In your face I saw
a sequence of instructions.
When you touched me, I named
the future: Be here. Stay living.
I was running once. Did I tell you
how I wept like that? I saw a fox—
my life bound into tricks. The past
is the past is the past. An idea grown
in the name of the obvious. How
a beloved becomes a stranger
and a stranger becomes a beloved.
I can hate what is true, the thick beauty
of it. I am always in the school of the dead:
a bracket, an aside, a reordering.
I tell you language is always a failure,
a string waiting to be plucked. A song
you love and cannot resolve.
What’s the difference between
rupture and rapture? Not even salt.

The New Yorker, published in the print edition of the October 26, 2020, issue.

Erika L. Sánchez (1984) è una poetessa e scrittrice. È autrice della raccolta di poesie Lessons on Expulsion e di un romanzo young adult I Am Not Your Perfect Mexican Daughter, finalista del 2017 per il National Book Award for Young. Ha vinto un Ruth Lilly and Dorothy Sargent Rosenberg Poetry Fellowship nel 2015. La sua prima raccolta di poesie, Lessons on Expulsion, è stata pubblicata da Graywolf nel luglio 2017. Il Washington Post l’ha inserita nella lista delle migliori poesie del luglio 2017, definendola un “feroce, assertivo debutto”. Sul New York Times, Kathleen Rooney ha elogiato le “strazianti esplorazioni di colpa e vergogna, dolore e misoginia … Le sue raffigurazioni della miseria, ferite e tormentate,” in particolare attraverso il suo uso della seconda persona. Nel 2017, la poetessa laureata degli Stati Uniti Tracy K. Smith ha raccomandato Sánchez come una delle migliori voci nuove della poesia.