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“La poesia ha chiuso ormai con me”
La poesia ha chiuso ormai con me
Ho scoperto, non ricordo come, probabilmente per puro caso, la poesia del cileno Nicanor Parra attraverso la lettura di una antologia di sue poesie, non più di un paio di anni fa (“Montagne russe”, Medusa edizioni), per poi venire a sapere che purtroppo si trattava dell’unica pubblicazione dell’autore ancora in commercio nel nostro Paese (di Parra è stato pubblicato un volume per la Bianca, della collezione di poesia Einaudi, diversi anni fa e da tempo non è più in commercio).
A questa mancanza sopperisce adesso la pubblicazione, da parte di Bompiani, di un’ampia antologia con testo a fronte, a cura di Matteo Lefevre, per la nuova collana Capoversi, dal titolo “L’ultimo spegne la luce”.
Parra per la poesia è stato un indovino, uno sciamano, ma anche un muratore, un archeologo, un tombarolo, un graffitaro, un saltimbanco dell’anima sua e di molti altri, un pernacchiatore, uno che se fosse nato in altri tempi sarebbe stato un giullare ma dall’esistenza problematica, uno di quelli che a corte si sarebbe messo presto nei casini.
L’autore cileno ha fatto salire il mondo poetico del suo Paese e non solo, su una delle sue montagne russe, lo ha fatto probabilmente anche dare di stomaco, gli ha scompigliato i capelli, e si è ordinato con nonchalance il papillon: i suoi infatti sono versi colmi di ironia e autoironia (Il Premio Nobel per la Lettura/ lo dovrebbero dare a me), di sberleffi alla poesia “ufficiale” e squadrata quella in fila per sei col resto di due (i poeti sono scesi dall’Olimpo), che sviscera la poesia dall’interno prendendo di una noce solo il gheriglio e gettando alle bestie il resto, piegando i versi e inclinandoli quasi fino a spezzarli, portandoli ad una prosaicità che non può fare a meno del quotidiano, dell’abbassamento del tono (Indipendentemente/ Dai disegni della Chiesa Cattolica/ Mi dichiaro paese indipendente).
Il suo talento però è stato proprio quello di ottenere questo risultato attraverso un’operazione che non l’ha fatto rinunciare a neppure un grammo di poesia (La poesia si è comportata bene/ Io al contrario orrendamente male/ La poesia ha chiuso ormai con me)
Para nuestros mayores/ La poesia fue un objeto de lujo/ Pero para nostro/Es un articulo de primera necesidad:/ No podemos vivir sin poesia (Per i nostri padri/ La poesia è stata un oggetto di lusso/ Ma per noi/ è un bene di prima necessità:/ Non possiamo vivere senza poesia)
Giuseppe Rizza
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