LA VERITÀ, VI PREGO, SUL SESSO DELLE BARBIE

I. SORPRESE

 

L’altra sera mi trovavo a cena a casa di un’amica, mia coetanea, che ha una figlioletta undicenne. Dopo mangiato la bambina tira fuori le sue Barbie e me le mostra, insieme a una serie di vestitini luccicanti. Ora, con una Barbie in mano e nei paraggi un guardaroba tutto da provare, io, ex-bambina cresciuta negli anni Ottanta, potevo resistere alla tentazione? Comincio così a trafficare per togliere alla bionda di plastica le scarpe col tacco e l’abito lungo rosa fucsia, intanto che l’undicenne si mette di mezzo e con la sua vocina impertinente mi impartisce lezioni su come fare, a me, no cioè cara, ma lo sai quante Barbie ho svestito e rivestito io?! Levati un poco per favore, guarda e impara tu… Quando riesco finalmente a liberarmi delle due manine di troppo che mi impicciano e il vestito viene giù, attimo di esitazione, mi fermo smarrita: hanno disegnato le mutande di pizzo alla Barbie! Mi volto incredula in direzione della mia amica, che se la ride osservando la scena e il mio stupore. Niente, quel fatale istante di pausa basta perché l’undicenne si accaparri il corpo della bionda di plastica e le infili un abito corto con delle orribili scarpette che non c’entrano un tubo, né per stile né per colore, col resto. Io intanto continuo a ripetere: le mutande, le hanno messo le mutande. Cioè, capito come hanno risolto il problema del particolare anatomico? Imprimendo sopra al nulla della plastica rosea ‒ a cui io da piccola ero abituata ‒ il disegno in rilievo di uno slip col pizzo. Mah, forse nei prossimi trent’anni, chissà, ce la faranno a riprodurre tra le cosce della Barbie quello che hanno tutte le bambine e le donne nella realtà. No?

II. DUBBI
 

Quando l’ho vista per la prima volta ho pensato si trattasse di una foto ritoccata a colpi di photoshop. Poi però cercando nel web di foto così me ne sono apparse a centinaia, insieme alle informazioni sull’incredibile soggetto ritratto: una giovane donna, Valeria Lukyanova, di professione modella, meglio nota come la Barbie umana per la somiglianza (spaventosa) con la bambola di plastica più famosa del mondo. Biondissima, vitino da vespa, seno prosperoso, occhi azzurri che nemmeno il cielo così, sottili fuscelli per gambe, è lei, è davvero la Barbie in carne (poca), ossa (si vocifera un paio in meno della norma, giusto due costole, causa intervento chirurgico per assottigliare all’inverosimile il punto vita) e anche un po’ in plastica (spruzzatina di silicone per avere floride e incontenibili tette). Ora potrei dire che tale visione mi ha scandalizzata, turbata, ma che schifo, ma come si fa, è inguardabile, è una vergogna, ma quale messaggio trasmette una donna così alle giovanissime, e via dicendo, però non sarei per nulla sincera, perché invece l’immagine vivente della bambola che mi ha tenuto compagnia nei giochi solitari d’infanzia, nelle fantasie di bambina informe, malvestita, mora e bruttina, nelle prime letture (ero pure abbonata al giornale di Barbie, che titolava a grandi lettere “Per giocare e crescere con la tua migliore amica”, una sorta di rivista femminile in cui zia Barbie dispensava consigli e viveva avventure mirabolanti), insomma, quell’immagine fatta persona mi ha provocato una sorta di eccitazione mista a spavento: Barbie esiste, Barbie c’è, Barbie è tra noi. Santo cielo! Poi, ovvio, è arrivato il conflitto, perché va bene che sono stata una bimba traviata dal modello femminile proposto dal corpo liscio e perfetto delle mie meravigliose e accessoriatissime Barbie, però poi a un certo punto sono diventata critica, lo giuro e lo spergiuro, perciò adesso vedo un corpo di donna-Barbie e lo so, lo so che non va bene, non va bene, non va proprio, suvvia, lo so. Infatti ho chiesto questa cosa così, tanto per avere un’opinione, un altro punto di vista. Non l’ho chiesta per avere conferme o per insicurezza, era più tipo un esperimento antropologico-sociologico, ecco. L’ho chiesta al mio Lui, è vero, ma potevo pure chiederla a uno sconosciuto. Gli ho chiesto di osservare la Barbie umana (non solo le tette, per favore, eh) in costume da bagno fosforescente, e di rispondere in tutta onestà a questa domanda: ma a te una così piace? La risposta mi ha spiazzato. Poi una dice gli uomini. Chissà loro, poveretti, che turbe psichiche hanno avuto frequentando la Barbie delle sorelle, delle compagne di classe, delle prime fidanzatine, chissà che infanzia segnata. Per arrivare a dire da adulti, con un misto di orrore e sgomento, di fronte alla foto di una modella bellissima identica a quella bambola: mi piace? Ma stai scherzando, vero? Sai che roba, se le togli gli slip trovi una colata di plastica, un muro di gomma dura, un niente cosmico…per carità! Cavolo, non ci avevo pensato. In effetti potrebbe essere così, cioè dopotutto una Barbie umana che diavolo potrà mai avere sotto gli slip? 

Margherita M.