La visione 10. Bakst

 

La sagra della primavera: Le sacre du printemps, The Rite of Spring, Весна священная: questo titolo non fu trovato da Stravinsky. Fu un altro colpo di genio, o se si preferisce d’ispirazione. All’inizio Stravinsky pensava di intitolare il balletto Vesna svajačšennaia ovvero Printemps sacré. Ma poi l’idea di una primavera rigeneratrice, santa, e quella di una adolescente sacrificata al risveglio della natura si fusero. A ideare il titolo definitivo fu Léon Bakst. Dunque non fu solo l’ispirazione di Stravinsky: anche il colpo di genio di Bakst contribuì alla riuscita dell’opera. Ve la immaginate quella musica con un titolo diverso da La sagra della primavera? Il sottotitolo recita: Quadri della Russia pagana in due parti. Semplice e perfetto.


 

A questo punto dobbiamo introdurre un’altra persona speciale: Lèon Bakst. Stralcio da Wikipedia.
“Léon Bakst, pseudonimo di Lev Schmule Rozenberg; oppure in versione russa Lev Samojlovič Rosenberg (Grodno, 10 maggio 1866 – Rueil Malmaison, 27 dicembre 1924) è stato un pittore, scenografo, illustratore e costumista russo. Nato da una famiglia ebrea a Grodno, Lev Rosenberg studiò all’Accademia delle Belle Arti di Pietroburgo e all’Académie Julian di Parigi dove approfondì la conoscenza dell’arte francese e si accostò al simbolismo; nel 1898 fondò con l’impresario teatrale Djaghilev il gruppo d’avanguardia Il mondo dell’arte. Bakst disegnò scene per tragedie greche e nel 1908 si guadagnò una fama come creatore delle scene e dei costumi per Sergej Djaghilev e i suoi Balletti russi riuscendo a coniugare la raffinatezza del simbolismo francese con la tradizione popolare russa. In questo contesto collaborò con alcuni dei maggiori compositori dell’epoca come Igor Stravinsky, Maurice Ravel, Reynaldo Hahn e Claude Debussy. Bakst ebbe una grande influenza sull’arte e sulla moda all’inizio del XX secolo, specialmente nella scenografia, di cui fu uno dei primi maestri moderni.”

Capito con che gente abbiamo a che fare?