La visione 11. Cambiamenti

Nella Stravinsky edition, Stravinsky dirige La sagra della primavera con un distacco quasi impersonale. É bella la direzione di Stravinsky proprio perché oggettiva. Ma non è stato sempre così. Nel 1929 Stravinsky realizzò la prima incisione della Sagra, completamente diversa. Il suo stile qui è corposo, quasi ottocentesco. Non è uno stile romantico, ma non è nemmeno quello degli ultimi anni. A cosa può essere dovuto?

Un grande direttore, più o meno coetaneo di Stravinsky, Bruno Walter, passò negli ultimi anni da uno stile romantico a una geniale oggettività.

Nel caso di Stravinsky, c’è dell’altro: egli anni Trenta il compositore fu molto influenzato dalle teorie sulla nuova oggettività, e se ne fece alfiere. Lo Stravinsky degli ultimi anni rileggeva le sue composizioni giovanili con occhiali degli anni Trenta. Questo è il motivo per cui alle sue versioni, pur belle, dei balletti io preferisco quelle del suo amico Ernest Ansermet, più fedeli al suono e allo stile del primo Novecento. (Stravinsky ed Ansermet furono amici proprio fino agli anni Trenta, poi ci fu un grande scontro caratteriale, e si riconciliarono solo quando erano entrambi molto vecchi.)