Approfondimenti
La visione 3. Gente speciale
Stravinsky, in un primo periodo, fu una specie di Giona fuggitivo dal destino di comporre La sagra della primavera. Se non rinunciò del tutto, con ogni probabilità, lo dobbiamo anche alle persone intelligenti che ebbe intorno.
La prima di queste persone fu Nikolaj Roerich. Roerich era un esperto della preistoria russa ed era stato lo scenografo dei primi balletti di Stravinsky. A luglio del 1911 Stravinsky era di nuovo in Russia. Un giorno si recò vicino Smolensk, nella tenuta di campagna della Principessa Teniševa, grande protettrice delle arti: qui si incontrò con Roerich, amico di entrambi. Volevano lavorare insieme allo scenario del nuovo balletto e vedere la collezione di arte etnica russa della principessa per trarne degli spunti. In capo a pochi giorni il piano dell’opera e delle danze erano pronti e Roerich disegnò alcuni costumi ispirandosi a quelli della collezione. D’estate, nella sua tenuta di famiglia a Ustyluh, il compositore trovò la prima vera idea musicale, quella attorno a cui ruota l’intera opera: l’accordo martellato ripetuto che viene subito dopo il preludio degli Augures printaniers.
La seconda persona speciale è Claude Debussy.
“…Ho sempre impresso nella memoria il ricordo di quando, a casa di Laloy, suonammo la vostra Sagra della Primavera… Mi ossessiona come un magnifico incubo e cerco, invano, di rievocare quell’impressione terrificante.”
Rientrato in Svizzera in autunno, Stravinsky si stabilì con la famiglia a Clarens in una piccola pensione, Les Tilleuls; qui, in una minuscola stanza dove stavano a malapena un pianoforte verticale, un tavolo e due sedie, egli compose quasi tutto il Sacre iniziando dagli Augures printaniers e scrivendo poi il Preludio, che nelle sue intenzioni doveva “rappresentare il risveglio della natura, lo stridere, il rosicchiare, il dimenarsi di uccelli e bestie”. Il lavoro procedeva spedito e tutte le danze della seconda parte furono scritte e nell’ordine dato nella partitura; tutto il Sacre fu terminato all’inizio del 1912: successivamente Stravinskij concluse l’ultima parte dell’orchestrazione: soltanto la Danse sacrale gli diede dei problemi e infatti fu terminata solo verso il 17 novembre, un giorno che restò impresso nella memoria del compositore a causa di un tremendo mal di denti. Quindi Stravinsky realizzò una trascrizione del balletto per due pianoforti per farla ascoltare a Debussy. Stravinskij suonò la sua trascrizione a Parigi, a casa del critico musicale Louis Laloy, e Debussy lo ascoltò leggendo senza problemi una partitura non facile. L’approvazione del collega più anziano fu decisiva per il giovane Stravinsky.
La terza persona speciale è Djaghilev. Chi era Sergeij Djaghilev?
“Critico d’arte, impresario e direttore di compagnia russo (Grucyno, Novgorod, 1872 – Venezia, 1929). Dapprima si dedicò agli studi di diritto e, intanto, si perfezionava nella composizione musicale con Rimskij-Korsakov. Interessatosi alle belle arti, in seguito ad alcuni viaggi in Occidente, entrò in contatto con gli ambienti culturali pietroburghesi e strinse amicizia con A. Benoist, L. Bakst, W. Nouvel con i quali fondò nel 1898 la rivista ‘Mir Iskusstva’ (Il Mondo dell’Arte). Organizzò ben presto esposizioni di quadri all’estero ed esecuzioni di musiche russe. Dalla pittura alla musica il passo era breve per approdare al teatro. Scelse la forma del balletto. Nel 1899 fu nominato aggiunto speciale al direttore dei Teatri Imperiali (il principe Volkonskij). Ciò lo spinse ad occuparsi di danza. Nel 1901 il suo incarico fu revocato causa dissapori e Diaghilev tornò ad occuparsi di esposizioni con un ciclo sulla pittura e sulla scultura russe (1905). La stessa mostra fu allestita l’anno dopo a Parigi. Ebbe successo e subito sorse il proposito di far conoscere il mondo orientale russo all’occidente. Nel 1907 organizzò una serie di cinque concerti; nel 1908 ebbe luogo la presentazione del Boris Godunov di Musorgskij (interprete il grande F. Chaliapin). Nel giugno 1909 la compagnia dei Balletti Russi fondata da D. diede i suoi primi spettacoli al teatro dello Chatelet. Diaghilev aveva trovato la via giusta, la sua fortuna era fatta. Pittori, musicisti, ballerini, coreografi e letterati collaborarono con lui. L’intuito, il gusto, la sensibilità, l’intelligenza dell’autore confluirono nella scoperta di autentici talenti in giovani artisti. Egli fu, come si dice oggi, un vero e proprio operatore culturale. Nell’arco di vent’anni D. diede al mondo del balletto una sua estetica, rivoluzionandone i caratteri e dichiarandone l’unità artistica nelle tre componenti di musica, pittura, danza. Nel 1910 commissionò a Stravinsky L’Oiseau de feu, nel 1911 è la volta di Petroushka, nel 1913 di Le sacre du printemps. Coreografi e ballerini: M. Fokine, V. Nijinskij, L. Massine, B. Nijinska, G. Balanchine, S. Lifar; compositori: Stravinsky, Ravel, Debussy, de Falla, Prokof’ev; direttori d’orchestra: E. Ansermet, P. Monteux, R. Désormiere; pittori: A. Benois, L. Bakst, N. Roerich, P. Picasso, A. Derain, G. Braque, H. Matisse, G. de Chirico, M. Larionov, N. Goncharova, M. Utrillo e moltissimi altri, contribuirono ad arricchire la storia del teatro in generale e del balletto in particolare, senza contare l’influenza esercitata in ogni aspetto della vita teatrale europea. Tra i balletti creati sotto la direzione artistica di D. e che sono rimasti nel repertorio ballettistico contemporaneo si devono ancora ricordare: Les Silphides di Chopin-Fokine (1909), Dafni e Cloe di Ravel-Fokine (1912), L’après-midi d’un faune di Debussy-Nijinskij (1913), La leggenda di Giuseppe di Strauss-Fokine (1914), Parade di Satie-Cocteau-Massine (1917), Il tricorno di de Falla-Massine (1919), Chout di Prokof’ev-Slavenskij-Larionov (1921), Renard di Stravins-Nijinska (1922), Les noces di Stravinsk-Nijinska (1923), Apollo Musagete di Stravinsk-Balanchine (19289, Il figliuol prodigo di Prokof’ev-Balanchine. Vastissima la letteratura intorno al suo nome e alla sua opera. Numerose le esposizioni in omaggio commemorativo…”
Così in un’enciclopedia dei primi anni Ottanta. Capito con che gente abbiamo a che fare?
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