La visione 7. In Bretagna o a Tahiti

Stravinsky e Djaghilev erano d’accordo su chi sarebbe stato lo scenografo e costumista: non poteva essere che Nikolaj Roerich.

Per essere il più possibile preciso dal punto di vista storico, Roerich consultò gli scritti di Afanas’ev, esperto del folclore contadino russo e del paganesimo antico. Da lui, Stravinsky e Djaghilev si aspettavano un lavoro fantasioso, ma senza stranezze o esagerazioni. E il suo lavoro si rivelò perfettamente in sintonia con la partitura.

Un critico descrisse così le scene del balletto: “All’alzarsi del sipario, la scena, di Roerich, ci ha portato in un’atmosfera alla Cézanne. Dei verdi teneri, ma crudi, delle pesanti macchie rosa, una semplificazione radicale delle linee e dei toni…Bretagna? Tahiti? Dove eravamo? Ma quale ricchezza di colorito, quale gioia per gli occhi, o quale dolore secondo le nostre abitudini e i nostri gusti!” Proprio quello che voleva Stravinsky.