L’erotismo è una punta di spillo

Leggendo fin da subito le prime righe quello che ti coglie è una vampata, una sensazione simile a quando stai troppo vicino ad un fuoco, eppure non te ne allontani, non chiedi acqua.

Io non so se l’arte erotica si apprenda o la si possegga, o se la si apprenda sfrondando quella retorica, gettando il già detto e soprattutto il già sentito come zavorre da una mongolfiera per prendere meglio il vento, o se l’arte erotica si impari uccidendo tutti i rischi che comporta – in primis la volgarità e ciò che forse è il suo contrario, l’incapacità di trasmettere sensazioni, di passare attraverso le righe – buttandoli giù da un ponte, ma in Ordine e mutilazione l’erotismo è una nobile arte che si respira fin dalla prima poesia (se vuoi possiamo unirci/ sovrapporci/ combinarci /nelle infinite possibilità grammaticali/), a cui ci si consegna senza l’esercizio di una difesa (succhiarci via tutti i liquidi/ prosciugarci/ e però poi, asciutti, staccarci – io da te, /fino a che non ci sarà da succhiare/ di nuovo).

L’eros che governa la scrittura di Elena Zuccaccia è assenza che si fa carne, uno spettro che appare e riappare, un idolo mutilato (non sono umana/ quando sono con te/ degli animali/ prendo i vizi/) richiamato seguendo echi di Saba (così faccio il cane/ col penoso scodinzolio// da gufo la notte occhi/aperti e non dormo// lumaca ti percorro il/corpo in lungo e in largo) e di Penna (il divano è il trespolo/ di un uccellino/ buono per farci l’amore/da solo, come un/ ragazzino).

L’altra colonna che regge la raccolta dell’autrice è l’uso personale della punteggiatura, che si piega, si presta al verso, in una brezza di due punti (ma non alla Sanguineti) e di trattini che seguono il ritmo come cani da tartufo e che a volte lo plasmano, lo costruiscono letteralmente.
La materia di cui è fatto Ordine e mutilazione è creta che si fa malleare o argilla da spalmarsi addosso per purificare la pelle, una ragazza che si fa ricondurre a casa perché troppo sbronza, un corpo da ricomporre sul divano in un tardo pomeriggio.

-Giuseppe Rizza –

Elena Zuccaccia, Ordine e mutilazione, Edizioni Pietre Vive .