Love me, love my pazienza.

a cura di Andrea Raos e Paola Silvia Dolci

Senza titolo

Cette impasse
dans le nom même des morts

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II

          Il volto della Vergine nell’Annuncio della morte alla Vergine di Duccio, il suo oriente tra i neri, e il drappeggio blu notte, quasi abissale, che l’impone tra gli ori, nella dimora perfetta e la presenza che richiede simboli da sbiadire, da cancellare, ridotti a semplici spigoli, a volute. La tunica dell’angelo è un orizzonte, inoltre, di un cielo immutabile, di una tenerezza nel colore ineffabile. Ma la Vergine non lo guarda più come angelo, lui, La guarda, non senza ansia, lei è tutta la sua nostalgia profonda, la responsabilità che va a impegnare per il suo fiat. Le sue mani sembrano morte nella loro nudità, di un tremore che è la supplica stessa dell’amen, si offrono, si donano, ma è alla croce che Ella pensa, già non è più lì. Sembra dover ricordare a Se stessa di avere ancora da piangere. L’Angelo non La salva da questa solitudine nell’attesa. Mi sembrava morta, di un nero che si staglierà sulla notte stessa che viene. L’angelo è qui notturno come il segreto. Il libro solo è testimone.

L'Annonciation de Cortone (1434)

III

         L’indice della mano benedicente dell’angelo nell’Annunciazione di Pierre de Cortone, l’indice della preghiera esaudita e della parola tenuta; quanto alle dita della mano sinistra dell’angelo, tengono il sacro giglio come il sacerdote tiene l’ostia, in questo segno di condivisione della gloria che è promessa con la realtà del dono.

              La Vergine si meraviglia, non nasconde il Suo meravigliarsi, l’elezione che intende l’angelo, Ella non la trattiene, è la gioia del bambino che Lo fa implorare, ancora una volta, il testo sacro, dove Ella ha atteso, sola, nei tempi, che Dio compisse la speranza di Israele, e se Lui l’ha scelta, Ella è la casa di David, lei vi vedrà più di una prova e un destino di una grazia, perché, ua grazia, Ella non la vede, quella dell’angelo che Ella ha saputo sognare, La rapisce e La incanta. Lei è benedetta, e non lo realizza. Ella salva e non lo sa. Già non sogna più Dio ma il Bambino, si affanna per una culla, un corredino, sa che Ella crede, e che dovrà essere la sola credere. Non sa che è perché Ella sola e avrà sempre creduto.

Senza titolo

IV

           Esiste un’annunciazione che non è mai stata dipinta, è quella che avrebbe dipinto la Vergine, Ella stessa, se avesse potuto dire tutto, se la Sua misteriosa modestia e la severità del sigillo non Gli avessero domandato il segreto, e questo silenzio che Ella manterrà, in modo da non dover firmare questo vangelo che avrebbe eclissato gli altri, quelli della conversione. 

            L’annunciazione che avrebbe dipinto l’angelo, lui stesso, nel suo ricordo, vagando dal nulla, noi non avremmo potuto comprenderla nella sua scrittura angelica, e l’intreccio di rune e geroglifici o ideogrammi dove sono sigillati con la scrittura del Dio la predestinazione come la ragione trascendente, quella di ciò che sembrava prima che fosse, esaurire l’essere perché esso sia. Quest’ultima annunciazione è la Straniera la cui ombra a volte mi vince, con la persistenza di un sogno, di un unicorno nel giardino, la notte, ombra che mi segue come uno sconosciuto, che sarebbe Quella che mi avrebbe riconosciuto, di una coincidenza che è la morte.