PENTESILEA HA UCCISO ACHILLE

                     

Portrait of the artist as a young/old pig. Part two

Nelle post-omeriche si racconta come Achille uccide Pentesilea, e poi ne ama il cadavere. Tersite lo sbeffeggia per questo, e Achille lo uccide con un pugno in testa.

Io ho amato Pentesilea nella città abramitica di Beer Sheva: era una ragazza eroinomane. “Passo le dita su un volto già solo tattile: il bianco della carne è ormai una digitazione sui dieci polpastrelli: tante le mie dita, tanto è il volto, che digita, manipolato. Cancellata l’impronta storica della faccia e della mano, vado a toccare la verginità data alla mano e al viso dalla morte e dall’amore alla morte. La peluria leggera delle sopracciglia si fa seguire dall’indice -in questo silenzio che rende percettibile il fruscio liberato dallo sfregamento del dito sull’arcata- e lo fa ingorgare sulle pieghe di pelle all’angolo esterno dell’occhio. Poi il dito s’inarca sull’unghia sfiorando, per l’intera longitudine, il margine inferiore dell’occhio, premendo poi e ammassando la pelle contro il setto nasale”.

Heinrich von Kleist rovescia il mito, e fa che sia Pentesilea ad uccidere Achille: “Che? Io? Io l’avrei… Con i miei cani? Con queste piccole mani l’avrei… E queste labbra tumide d’amore? A ben altro create, ahimè, che a questo… ed esse aiutandosi a gara allegramente, le mani e questa bocca, e bocca e mani ancora, avrebbero… Lo sbranai?… E l’ho baciato a morte?… Dunque è stato un abbaglio. Dolci baci, denti mordaci: ecco la rima, e chiunque ami di cuore può certo confondere gli uni con gli altri”.

Io ho sognato che Achille, consegnatosi all’arma di Pentesilea come Cristo ai soldati la notte nel Getsemani, ho sognato che Achille implorava l’Amazzone, uccidimi, e poi amami, e nelle bilabiali la bocca si baciava quattro volte, e negli occhi d’Achille, un istante prima di morire, si rifletteva il cenno del capo di Pentesilea, a dire sì.