Porte, Niki-Rebecca Papagheorghìou

podcast a cura di Marco Nicosia

Il gioco si svolge in un bosco. La donna è una porta di legno profumato dei tropici. Il suo lato superiore disegna un arco. Quando brucia emana un profumo inebriante. Ma anche quando non brucia ha un odore indefinibile, forse ancora più ossessivo. Conduce a una stanza che è rivestita dello stesso legno. I mobili sono tutti intagliati a mano, con uccelli e foglie. Hanno infinite incisioni e tutti insieme odorano molto forte. Lì dentro arde sempre un fuoco. Fuori è inverno e non fa che tirar vento. E tra il vento e la pioggia, arriva l’uomo. Tiene una chiave qualunque e tenta di aprire. La donna oppone resistenza. Il metallo nobile della serratura sente nel profondo l’oltraggio che subisce a un tale contatto. Il legno intorno si raggela e trattiene il fiato nelle sue fibre più profonde, così che smette del tutto di profumare. L’uomo gira la chiave con più violenza. Fino a che la donna apre e l’uomo passa così irruento che per poco non cade. Ma si trova soltanto dall’altro lato del bosco, dove persino il vento soffia al contrario e la pioggia adesso lo colpisce in faccia, mentre la porta alle sue spalle si chiude ermeticamente.

Il grande formichiere e altre, piccole, favole in poesie
Argolibri, Ancona 2021