Approfondimenti
Questo. (I am. Da una poesia di John Clare).
I am
(Je suis)
Sono -ma cosa sono nessuno sa né a nessuno
importa- abbandonato
dai miei amici come un ricordo inutile
che soltanto si alimenta della propria infelicità
delle mie pene che sorgono e muoiono, e nient’altro, e per niente
esercito ingoiato dall’oblio
ombre confuse mischiate ai pallidi
muti, convulsivi, brividi di una cosa
che assomiglia all’amore -e nonostante tutto
sono, e vivo
come un umore sul cristallo, di certo cancellato
alle prime luci del giorno.
Nel nulla del dispregio,
nel rumore di morte della vita
nel mare frenetico dei sogni ad occhi aperti, del delirio
che acquieta gli uomini, ma ancora più in là
dove non c’è traccia di senso di vita
nulla più che un gran naufragio di ogni mio desiderio nella vita
persino dei miei più intimi amori, per cui l’avrei data, la vita
mi sono adesso estranei -ancor più di tutto il resto.
A poco a poco muoio in una dimora che nessun uomo ha mai violato
un luogo in cui una mai donna sorrise o pianse
per restare da solo con Dio, il Creatore
e dormire quel sonno che nell’infanzia dormivo
attento a non disturbare nessuno -gelato, muto,
giaccio
sull’erba come un cane, spettrale come il cielo.
(Traduzione di I. Pravo dalla per-versione di L. M. Panero a una poesia di J. Clare)
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