Recensioni
Ren Hang – vorrei avere due bocche
2016.01.04 il colore dei capezzoli
Il colore del tuo capezzolo
più lo lecco e più diventa intenso
come una ciliegia,
ora sembra un acino d’uva
Ieri sono passato dal fruttivendolo
Ciliegie: 8,25 al chilo
uva: 1.
A Prato al Centro Pecci fino al 30 agosto sarà possibile visitare Nudi la prima mostra italiana del grande artista cinese Ren Hang, scomparso a seguito del suo suicidio nel 2017 a soli trent’anni.
Artista: Ren Hang è celebre per le sue fotografie, ma era anche un poeta, nel senso letterale del termine, uno scrittore in versi;
Suicidio: è sempre difficile se non impossibile, rovistare fra i perché di un gesto altamente privato come quello del togliersi la vita, ma i germi del gesto si rintracciano, opachi e traslucidi fra le sue opere;
Cinese: osteggiato in patria, le sue fotografie hanno spesso avuto a che fare con la censura cinese, finanche a un arresto.
Ren Hang era ed è soprattutto un artista della semplicità: il suo era un operare che anelava a levigare l’osso fino a raschiare il superfluo, questa è l’impressione che si ha sia osservando da vicino le sue fotografie sia rileggendo i suoi versi, nonché commentando le sue parole sul suo metodo, che era fondamentalmente un’apparente assenza di metodo, in cui c’è poco spazio per intellettualismi e sofismi, dove ogni concetto è scevro dalla volontà di scandalizzare, che invece gli veniva mossa dal suo Paese d’origine.
L’artista cinese ben si spiega con una sua stessa dichiarazione:”Siamo nati nudi… io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale”, come per sottolineare sia la semplice sofisticatezza della sua arte (ravvisabile anche in alcune fotografie del “dietro le quinte”, dove Hang sembra avvalersi di una macchina fotografica di basso costo), sia l’eventuale malizia che è solo in chi guarda e non in chi crea.
Il suo è stato un tentativo di giungere al naturale, senza veli o sovrastrutture, la nudità davanti all’obiettivo così come davanti alla carta, l’essenza, il corpo che fa i conti con la natura: piante, fiori, frutta, animali albergano le fotografie di Hang senza mai essere né figure di contorno né le vere protagoniste dell’inquadratura, un corpo certo che riluce d’anima, come è inevitabile, indistinguibile nell’essere sensibile.
Tradotte in Italia grazie alla cura e all’impegno di Francesco Maria Terzago, le poesie al momento disponibili in italiano sono solo 18, ma sono già esse stesse manifesto, sassi lanciati contro la palude, atti di fede; non sono purtroppo disponibili se non in diverse pagine web, e sarebbe quantomeno auspicabile che l’editoria italiana si accorgesse di questa mancanza per porre rimedio.
La scelta della curatrice Cristiana Perrella è in questo senso assolutamente condivisibile: accanto alle opere fotografiche di Ren Hang sono accostate alcune delle poesie tradotte da Terzago (egli stesso poeta),
in cui riluce in tutta la sua sofferenza il tema dominante del sentimento amoroso, declinato secondo un’altra cifra evidente, quella di un esistenzialismo che non fa nulla per negare la difficoltà del vivere (Se proprio in questo istante/qualcuno mi sparasse un colpo/al cuore/io non morirei/ma a morire saresti tu.).
Il dolore nelle opere di Hang è latente, evidente (“Stando seduto sul bordo della strada,/ero talmente spaventato che sono scoppiato a piangere”) spesso appunto frammisto alla fatica dell’essere innamorati (“così ho improvvisamente iniziato a piangere/provando il dolore che avrei provato/se tu veramente non ti potessi mai più risvegliare”).
Insieme alla visione della mostra di Ren Hang al Centro Pecci sono visitabili gratuitamente altre due mostre, una direttamente figlia della politica culturale avviata dal museo durante l’emergenza Covid-19: Extra-Flags (visitabile fino al 13 settembre), una serie di bandiere commissionate ad artisti della scena soprattutto italiana, e The missing planet (visitabile fino al 23 agosto), opere e visioni di artisti figli dell’ex Unione Sovietica.
2014.07.16 il dono
La vita è proprio
Un dono prezioso
benché spesso mi chieda
se non sia stato dato all’uomo sbagliato.
(testo e fotografie di Giuseppe Rizza– Le poesie citate, tradotte da Francesco Terzago, e le fotografie riprodotte sono di Ren Hang .)
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