Venedikt Erofeev, un russo II

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E questo dialogo immaginario con gli angeli (pagine 34-35), dove la psicosi e il delirio alcolico sono trasfigurati. Più che leggerlo, ascoltatelo come fosse musica:

Meglio se mi appoggio a questa colonna e chiudo gli occhi perché mi passi un po’ il vomito…
-Certo, Veniĉka, certo, -ha cantato qualcuno dall’alto così piano, in un modo così affettuoso, -chiudi gli occhi, perché ti passi un po’ il vomito.
Oh! Li ho riconosciuti! Sono ancora loro! Angeli del Signore! Siete ancora voi?
-Be’, certo che siamo noi! – e ancora in un modo così affettuoso.
-Ma sapete una cosa, angeli? -ho chiesto piano anch’io.
-Cosa? -han risposto gli angeli.
-Faccio fatica…
-Sì, lo sappiamo che fai fatica, -han cantato gli angeli -ma fai una passeggiatina, starai meglio, e tra mezz’ora poi riaprono i negozi: la vodka la vendon dalle nove, è vero, ma un rossino te lo danno subito…
-Un rossino?
-Un rossino, -hanno ripetuto cantilenando gli angeli del Signore.
-Freddino?
-Freddino, certo…
Oh, come mi sono emozionato!
[…] Che carini! Be’. Bisogna andare. E meno male che ho comprato i regali. […] Son stati gli angeli, che mi han ricordato i regali, perché quelli per i quali ho comprato i regali, si ricordano, loro, degli angeli.

E l’altro dialogo con gli angeli, a pagina 63:

-Chi è che ha detto “Uffaaaa”? Siete voi, angeli, che avete detto “Uffaaaa”?
-Sì, siamo noi che abbiamo detto “Uffa”, Venja, non fai altro che dir parolacce!
-Eh, giudicate voi stessi, come si fa a non dirle? Io, di questa enorme sciocchezza che è la vita, non ne posso talmente più, che da quel giorno è tutto un ciclone. E’ vero che anche prima non è che fosse rarissimo, che mi inciclonassi, ma, ad ogni modo, almeno mi ricordavo quel che bevevo e in quale ordine, adesso son cose che non riesco più a ricordarmele. A me va tutto a periodi, la mia vita in un certo senso è tutta un periodo; delle volte non bevo per una settimana, poi bevo per quaranta giorni, poi non bevo ancora per quattro giorni, e poi bevo ancora per sei mesi di seguito. E adesso…
-Capiamo capiamo tutto. Ti hanno offeso, e il tuo magnifico cuore…



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Giorgio Galli