Traduzioni
Ama Ata Aidoo
traduzione e cura di Elisa Audino
Ama Ata Aidoo se n’è andata il 31 maggio 2023. Poetessa, drammaturga, docente ghanese, ministro della Pubblica Istruzione per 18 mesi a inizio anni Ottanta – incarico che lasciò dopo essersi resa conto che non sarebbe riuscita a rendere accessibile l’istruzione a tutti – è stata una delle personalità più di rilievo della cultura ghanese e africana, conosciuta anche per il suo impegno civile e per la difesa dei diritti delle donne. The Dilemma of a ghost , messo in scena nel 1964 per tre serate consecutive in Ghana, è stato pubblicato l’anno seguente dalla casa editrice londinese Longman, facendo di Ama Ata Aidoo la prima drammaturga donna africana pubblicata al mondo.
In memoria della scuola di teatro ghanese
(A Robert Mc Laren che si è impegnato nella lotta e per il teatro, e a Efua T.Sutherland, per essere nata)
Quando mi hai chiesto
se mi sentissi a casa
tornando di nuovo qui,
subito ho sussultato,
ricordando che in realtà,
la scuola di Teatro Ghanese
non è stata abbattuta.
È stata sradicata.
Prima che arrivassi
– qualche giorno prima della tua domanda –
avevano riempito quel buco mostruoso
lasciato dall’operazione.
Gli Anziani dicevano sempre che
Casa
è dove il tuo tempio prospera.
E la Scuola di Teatro Ghanese è stata
il mio tempio…in qualche modo.
Non l’ho mai chiamato
un elefante bianco.
Era però lo stesso una rara
bianca gazzella
che riposava sotto le piante medicinali,
lontana dai bagliori mattutini del tropico
ma
pronta
sempre
a un segnale
a scattare veloce in un’azione mirata.
Ma la Scuola è andata, Robert,
rasa al suolo:
per fare strada al concetto che qualcuno ha
per quel genere di teatro
che
io dovrei
volere.
Quando mi hai chiesto
se mi sentissi a casa tornando
qui,
mi sono domandata come un vecchio attivista quale tu
sei
avesse potuto porre l’interrogativo che
avevo imparato – tristemente – ad aspettarmi
dagli amichevoli
ma chiacchieroni tassisti
che mi conducono qui ad Harare,
…ed ovunque vada.
E la pena persistente sul mio cuore
ha fatto un balzo, ha ruggito per avere attenzione.
Perché Compagno
(luoghi sacri e loro desecretazione a parte,
e senza menzionare il sacro dovere
di sentirsi a casa dappertutto in Africa,
e amare ogni piccolo pezzo di questo
malconcio e barattato continente
che io, ingenua forse, continuo
a chiamare mio),
ho pensato che gente come me & te
ha cessato
di definire Casa
da molto molto tempo,
e ha
tranquillamente ammesso che
‘Casa’
può essere qualsiasi posto in qualsiasi luogo
dove niente e nessuno
stiano tentando
di friggere la tua mente,
arrostire le tue chiappe, o
buttare via te e i tuoi messi assieme.
Mmm?
In memoriam: the Ghana Drama Studio
(For Robert McLaren, who is committed to the struggle and to drama, and Efua T.Sutherland, who birthed.)
When you asked me
Wheter I felt at home
coming back here,
I first shuddered,
remembering that actually
The Ghana Drama Studio
was not pulled down.
It was uprooted.
By the time I got there
– just a few days before your question –
they had filled the monstrous hole
the operation left.
The Ancients had said that
Home
is where your shrines flourish.
And the Ghana Drama Studio had been
my shrine…of sorts.
I couldn’t have called it a
white elephant.
It was just an equally rare
white gazelle
which slept under the city nims,
away from the tropical morning glare,
but
poised,
always,
for a cue
to spring into swift precise action.
But The Drama Studio is gone, Robert,
razed to the ground:
to make way for someone’s notion of
the kind of theatre
I should
Want.
When you asked me
whether I felt at home returning
here,
I wondered how an old campaigner like
You
could have asked the question which
I had learnt – sadly – to expect
from the friendly
but chatty taxi driver who
bring me home here in Harare,
…and elsewhere.
And the forever pain around my heart
jumped, roaring for attention.
Because Comrade,
(holy places and their desecrations aside,
and not to mention the sacred duty
to feel at home anywhere in Africa,
and love every little bit oh this
battered and bartered continent which
I still, perhaps naively,
call my own),
I had thought folks like you n’me
had stopped
defining Home
from way way back,
and have
calmly assumed that
‘Home’
can also be anyplace anywhere
where someone or other
is not trying to
fry your mind,
roast your arse, or
waste you and yours altogether.
Hm??
* da An Anthology of contemporary ghanaian poems, Woeli Publishing Service, 2004
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