LO STRAMPARLONE 1

Invito alla lettura di Bohumil Hrabal

a cura di Manuel Omar Triscari

C’è chi percorre i fossati delle auree vie meridiane, c’è chi si rinfresca di continuo la testa surriscaldata tra le onde che si infrangono, che sciabordano incessantemente. C’è chi ha un ricciolo acceso dalla scintilla dell’anticipo del motore, c’è chi rincorre continuamente una grossa opportunità all’orizzonte. Sono gli “stramparloni”. E stramparlone è chi stramparla, e chi stramparla è stramparlone e il suo modo di fare è stramparlare. Dunque stramparlone è chi fronteggia costantemente un oceano di pensieri molesti. Il suo monologo è un continuo fluire, ora è un fiume sotterraneo che scorre nella cavità della mente, ora si riversa fuori dalla bocca. Il suo monologo passa di bocca in bocca come una fiaccola accesa in mano alla staffetta della lingua. Lo stramparlone è strumento della lingua, la arricchisce di tutte le tenerezze e i trucchi di cui si interessa la linguistica. Lo stramparlone di regola non ha letto quasi niente, ma in compenso ha osservato molto e ascoltato molto. E non ha dimenticato quasi niente. È incantato dal monologo interiore che lo accompagna in giro per il mondo come un pavone dalle sue belle piume.

(Bohumil Hrabal)

INTRODUZIONE

Chiarire la figura del Bohumil Hrabal, scrittore (anzi “trascrittore”, come lui stesso si definisce) dall’animo lirico e uomo dai molti e svariati mestieri, da alcuni considerato come il più grande narratore ceco contemporaneo benchè sconosciuto ancora al grande pubblico, è lo scopo di questo saggio.

Impresa ardua, dato il carattere sfuggente di questo personaggio e la sua ritrosia a essere ‘collocato’. Per questo mi limiterò a studiare l’accoglienza, la presenza e la ricezione di Hrabal in Italia. Il che avvenne a partire dagli anni ‘60 con i pionieristici studi di Angelo Maria Ripellino, Sergio Corduas e Annalisa Cosentino.

Il mio contributo si propone come analisi dei materiali critici, in realtà ancora pochi in Italia, che permettono, quando possibile, di tracciare analogie e discordanze (quest’ultimo, secondo il professore Corduas, sembra essere il lavoro più semplice) con alcuni dei poeti narratori e registi italiani che a Hrabal si interessarono.

Nel presente volume si traccia, dunque, un profilo storico-letterario e cronologico di Hrabal con un breve carrello sulla letteratura ceca degli anni coevi, prendendo in esame i materiali critici raccolti che permettono d’inferire legami e connessioni tra Hrabal ed esponenti del mondo letterario italiano contemporaneo [Corduas1982: 109].

L’obbiettivo è quello di tracciare un percorso storico, critico e artistico che considera Hrabal come uno dei più grandi scrittori contemporanei presentando le figure e i contributi di quanti, autori e critici, hanno dedicato molte pagine importantissi­me della loro bibliografia.

Tutto questo tenendo sempre in considerazione come il ceco fu, eccetto che per gli inizi di matrice esistenzialista e surrealista, quindi di eco fortemente centro-europea, quasi sempre un isolato, un outsider la cui poetica non trova facili agganci: <<Hrabal è capitolo a sé come persona e come testi, anche se ha fortunatamente qualche zio e cugino, non però, credo io, figli o fratelli in letteratura.>> [Corduas2003: xvii].

I materiali consultati e utilizzati non costituiscono, in realtà, parti di manuali, letterature o antologie vere e proprie, vista la colpevole omissione di Hrabal da tali pubblicazioni, e la difficoltà di incasellare il soggetto. I materiali su cui si è lavorato sono costituiti da: introduzioni, premesse e prefazioni ai suoi lavori; recensioni; interviste (a volte articolate, altre alquanto sfuggenti); e confessioni letterarie dello scrittore stesso, che a volte ci aiuta facendo i nomi di italiani illustri che in un modo o nell’altro lo hanno influenzato, colpito (o anche solo sfiorato). Ecco i materiali su cui si è lavorato, per realizzare questa veloce carrellata su tutti coloro che lo hanno, semplicemente citandolo o esaminandolo in maniera approfondita, inserito nei propri testi. Carrellata che ha assunto le sembianze di un collage, forma che, credo (spero), non sarebbe dispiaciuta allo scrittore, considerando i dati formali pertinenti dei suoi lavori, soprattutto di quelli giovanili.

continua […]