Interviste
Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura, parte 2
Partiamo con Alejandro, che nel prologo di Machi di carta, una sorta di memoriale di un giovane cubano omosessuale, in una società profondamente machista, scrive:
Di quel periodo ricordo soprattutto gli scherzi atroci dei compagni di scuola. Era Ramon e organizzare: l’incubo dei miei anni alla primaria. Il bagno dei maschi era il luogo scelto per certe cose. Una volta mi chiusero dentro. Lui aveva sempre con sé quei due scagnozzi di Raul e Francisco, però quella volta c’erano anche altri. Saranno stati una decina. Ramon girò la chiave. Mi accerchiarono.
«Adesso ce lo succhi a tutti per bene» disse. Quindi si sbottonò i pantaloni e mentre altri due mi tenevano fermo e mi facevano inginocchiare a terra, estrasse un pene turgido e me lo infilò in bocca. Mi costrinsero a succhiarlo a dieci di loro. Mi vennero in bocca ripetutamente. Poi se ne andarono lasciandomi sporco e sudato, ma soprattutto in preda a una violenta eccitazione che scaricai con una frenetica masturbazione nel lavandino del bagno. Perché mi era piaciuto. Nonostante la violenza mi era piaciuto.
All’epoca del manuale Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura stavi cercando di piazzare Alejandro Torreguitart Ruiz, che era alla sua prima pubblicazione e certo un libro del genere non poteva proporlo a Cuba. Alla fine, gli hai trovato una casa da Stampa Alternativa, una piccola leggenda editoriale che ha chiuso da poco i battenti. Cos’è cambiato nel frattempo, nell’editoria intendo?
GL: Quel Manuale fu quasi una sorta di sfogo, ai tempi in cui ci credevo ancora e pensavo che si potesse vivere di scrittura. Ero un ingenuo? Sì. Il mondo editoriale era (ed è) un fortino arroccato su se stesso; chi si è piazzato in una posizione di potere tiene in mano le chiavi e non fa entrare il nemico. Solo gli amici sono ammessi nel luogo più ambito, solo gli amici pubblicano con editori medio – grandi. Per gli altri resta il niente della provincia, il buco nero della piccola editoria, spesso truffaldina, altre volte onesta, ma incapace di farti affermare. La regola base per entrare nella corte del medio editore che ti lancia è non rompere troppo i coglioni, tacere, far finta di niente, non denunciare le pastette varie. Ora, solo un coglione come Gordiano Lupi poteva pensare di avere ancora qualche speranza dopo aver scritto non uno, ma ben tre libri contro il mondo editoriale … che poi contro non sono, dovrebbero servire a far capire come funzionano (male) le cose ai molti illusi che ancora ci credono. E adesso mi chiedi se quel mondo è cambiato. Certo che lo è, ma in peggio! E i miei libri non sono serviti a niente. Anzi, a qualcosa son serviti: a scavarmi la fossa.
C’è un detto russo che dice: quando due rane finiscono in un pozzo, potranno saltare finché vogliono, ma non riusciranno mai a vedere la luna. Tu, però, da quella fossa che dici di esserti scavato, ci vedi benissimo e sei in ottima compagnia. Zoé Valdés, ad esempio, l’hai tradotta per Poesia di Crocetti, in un lunghissimo articolo. È conosciuta nel mondo come autrice di romanzi di successo, ma è una poeta altrettanto grande. Come l’hai conosciuta?
GL: Zoé Valdés è un amore maturo. Purtroppo (per ora) la conoscenza è stata solo letteraria ed epistolare, ma non è detto che il prossimo anno non possa incontrarla a Parigi. Prima di conoscerla avevo letto tutta la sua narrativa edita in Italia, soprattutto il bellissimo Caffè nostalgia, seguito da La vita intera ti ho dato, Il nulla quotidiano e Tu mio primo amore … La poesia di Zoé l’ho scoperta dopo, grazie a lei che mi ha fatto avere i pdf dei volumi, poi alcuni libri cartacei in spagnolo.
La repubblica del sogno, Zoé Valdés
trad. Gordiano Lupi, per Poesia, Crocetti, anno XXXII, maggio 2019
Le persone si ritrovano
Per discutere i sogni
Poi li scriveranno
L’economia di questo paese
Dipende
dall’esportazione di sogni
Ossia della feconda produttività
dei suoi sognatori.
La republica del sueño
La gente se reúne
Para discutir los sueños
Luego los escribirán
La economía de ese país
Depende
de la esportación de sueños
O sea de la fecunda productividad
de sus soñadores.
Purtroppo, in Italia nessuno pare interessato a pubblicare la Valdés, che in ogni caso resta una delle più grandi scrittrici in lingua spagnola ed è bravissima nella poesia erotica, nella narrazione d’amore intrisa di nostalgia per una terra perduta.
estratto da Costruttore di ricordi, Zoé Valdés
trad. Gordiano Lupi, per Poesia, Crocetti, anno XXXII, maggio 2019
Se tu potessi penetrare con il tuo sesso
Il mio cuore
Sarebbe l’orgasmo perfetto
L’incompiuto
Nella baia la bocca di un’ombra
Succhia i miei capezzoli nubili
Ho quattordici anni e tu riluttante
Mi sfuggi con la tua erezione infinita
A riscaldare altri intrighi
Io mi sento già vecchia in mezzo alle barche.
Fabricante de recuerdos
Si tú pudieras penetrar con tu pinga
A mi corazón
Sería el orgasmo perfecto
El inacabado
En la bahía la boca de una sombra
Chupa mis núbiles pezones
Tengo catorce años y tú renuente
Te me escapas con tu erección infinita
A caldear otras intrigas
Yo me siento ya vieja en medio de los barcos
continua […]
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